Addio, missionari saveriani!
È ufficiale: i missionari saveriani lasciano il santuario della Madonna della Grazia dopo quasi cinquant’anni. Era il luglio del 1967 quando a Gallico, dopo i gesuiti, era arrivato p. Aurelio Cannizzaro, come rettore del santuario. Padre Aurelio, vi era rimasto 25 anni, fino alla morte avvenuta il 27 marzo 1992.
Dopo quasi 50 anni…
È stato lui a costruire il “parco della mondialità” come luogo d’incontro per tutti i giovani di varie culture, religioni e continenti, per edificare la pace nel mondo. Dopo di lui, tanti altri saveriani hanno guidato e animato il complesso religioso di Gallico Superiore.
Ora il trasferimento è certo. Ne ha dato comunicazione ufficiale il superiore dei saveriani in Italia, padre Rosario Giannattasio, al termine della celebrazione Eucaristica di martedì 3 marzo in santuario. Già da alcuni giorni erano circolate voci, ma i gallicesi stupiti hanno sperato fossero voci infondate, perché ormai l’associazione “santuario-saveriani” sembrava consolidata e non dovesse interrompersi mai.
La versione ufficiale è che all’origine di una così drastica decisione c’è la scarsità di giovani vocazioni missionarie.
Nonostante questo i gallicesi, che per l’occasione hanno gremito il santuario, hanno espresso la loro comprensibile delusione.
I vari interventi che si sono susseguiti, hanno messo in evidenza l’amore verso questo importante luogo sacro e verso il “parco”, che ne costituisce una bella cornice.
Preoccupati per il futuro
Indubbiamente la nuova situazione comporta non pochi problemi anche relativi alla sicurezza, perché si prevedono tempi lunghi prima di una nuova gestione, come ha fatto notare don Gaetano Galatti, parroco di San Nicola di Bari e San Biagio, e perché il parco, non tutelato, è esposto a tante situazioni problematiche.
Sarebbe veramente doloroso vedere offeso il suo valore, anzi esso deve essere ulteriormente valorizzato con attività di carattere religioso e culturale, per dare ancora maggior forza all’idea principale, che ha trasformato il greto di un torrente in un bellissimo giardino, come desiderava il suo fondatore.
L’obiettivo principale, infatti, è e resta questo: costruire delle “menti ben fatte”, aperte al mondo, alla diversità delle culture e soprattutto alla comprensione che ciascuna porta per il progresso dell’umanità. Il parco è pieno di simboli che ce lo ricordano.
Occorre la collaborazione di tutti
Le numerose testimonianze hanno avuto in comune l’affermazione di una volontà collaborativa con i religiosi che verranno. “Questo è un principio importante - ha sottolineato padre Giannattasio - poiché la missione è tale quando c’è collaborazione. Auguriamoci che ciò possa realizzarsi”.
Purtroppo, ancora una volta Gallico viene impoverito di un servizio che è per tutti, grandi e piccini, un luogo di spiritualità e di riflessione, d’incontro e di svago.
Non resta che aspettare e riporre la fiducia nell’attenzione che mons. Giuseppe Morosini vorrà dedicare a Gallico, con scelte che tengano conto di ciò che il complesso rappresenta per la vita spirituale e culturale dei gallicesi, che dovranno vigilare affinché esso non diventi una “cattedrale nel deserto”.
Comunque, il vescovo ha chiesto ai saveriani di restare almeno fino alla festa della Madonna della Grazia, che ogni anno si celebra la terza settimana di agosto. Salutiamo e ringraziamo, intanto, p. Ezio Meloni, vice parroco di San Biagio, che è già partito per il suo nuovo campo di lavoro: la comunità saveriana di Cagliari, in Sardegna.