Skip to main content

Racconti africani.57. Il coniglio

Condividi su

“Battista. Vieni qua e fammi conoscere quello che sai”

Sentendo questa frase, mi voltai e vidi un coniglio di nome SUNGURA. Gli dissi: ”Ehi. Ma ti stai sbagliando. Guarda che io non sono quello che tu pensi”. E lui, ripiegando le sue grandi orecchie, tutto confuso, mi disse: ”Sai,guardandoti in faccia, credevo di aver riconosciuto un tale di cui mi parlava mio nonno. Lui lavorava sulla spiaggia del lago Tanganika. Te lo ricordi? E’ il lago degli ndagala, di quei pesciolini che ti piacevano tanto. Quando i pescatori tornavano a riva, dopo una notte di duro lavoro e scaricavano le cassette di pesce, lui si avvicinava e conversava con loro. Ma appena posati i piedi sulla spiaggia, subito arrivavano quelli della dogana che li maltrattavano. Allora lui alzava la voce, dicendo che non era giusto fare così alla gente che pescava per nutrire la propria famiglia”

“Ma come reagivano i doganieri, i soldati e altri tipi da galera? “gli chiesi.

“Non molto bene” rispose Sungura. “Volevano la tangente, il pizzo. Guai a rifiutarlo, altrimenti si arrabbiavano. E allora, poveri loro. Ma un giorno che il Battista aveva alzato la voce più del solito, quei brutti tipi lo presero in mezzo e lo riempirono di colpi. Ma lui continuava con coraggio a dire la verità senza arrendersi. Ho visto che aveva il suo cuore nel cuore del Dio della vita. La sua pietà, il suo amore profondo lo portava vicino a quei pescatori e per loro lottava. Che te ne sembra?”.

“Certo che era un vero coraggiosi. E poi cosa è successo?” gli risposi.

“Una cosa bellissima” mi disse Sungura “Una notte entrò nella barca con i suoi amici pescatori e pescarono tanti pesci. E così tutte le notti fino ad ora”.



Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito