Siamo nella Novena in preparazione alla solennità di San Guido M. Conforti.[1]
Un’occasione per tutti noi – sua Famiglia di consacrati per la missione ai non cristiani – di rinnovare l’affetto e il ringraziamento per il dono della vocazione ricevuta. Si uniscono a questa celebrazione tutte le componenti in comunione con la grande famiglia Saveriana: Laicato saveriano, Missionarie di Maria, Suore Giuseppine e Teresine, i tanti volontari e amici che fanno riferimento alla nostra spiritualità.
Quest’anno, la celebrazione della solennità del nostro Fondatore avviene subito dopo la fine del XVII Capitolo Generale, dove ci si è interrogati di nuovo – come si è potuto – sui criteri e gli ideali della missione saveriana in questo tempo di cambi epocali. Ringraziare il Signore per San Guido ci permette di rinnovare la consapevolezza che la missione non può perdere mai il suo collegamento stretto con la Fede e l’amore a Gesù Cristo (LT. 7).
Questo collegamento fa sì che la vita e la morte di Mons. Conforti continuino a essere “l’evento” generativo-creativo-fecondo per la vita di ogni saveriano.
È ciò che ci permette di continuarne il sogno, cambiando e convertendoci sempre di più alle esigenze della missione ad gentes, ad extra e ad vitam oggi. L’urgente trasformazione missionaria che ci è richiesta, sarà possibile solo se non perderemo la specificità e la centralità della Fede, che è per tutti la porta d’ingresso nella vita, cioè nella comunione con Dio.
Condivido un breve scritto del nostro confratello P. Marino Rigon, recentemente scomparso a Vicenza, dopo oltre 50 anni di attività missionaria in Bangladesh. Anche lui è stato uno dei moltissimi confratelli che hanno contribuito a far fruttificare il sogno del Conforti.
Shelabunia, Mongla - 9 Gennaio, 1993
Carissimo P. Marini,
particolarmente cara mi è stata la sua lettera di agosto con gli auguri per i miei 50 anni di professione, che preferisco chiamare 50 anni di vita saveriana, perché quanto ho potuto essere e quanto ho potuto fare lo devo alla mia Congregazione e al suo spirito.
Spesso mi domando se in altre congregazioni ed in altri contesti avrei potuto sviluppare, così come ho sviluppato, i miei talenti ed i miei ideali. La mia vita missionaria è stata così come l’ho sognata da bambino, come l’ho preparata al tempo degli studi e lavoro spirituale.
Se ho da fare qualche commento devo dire che sono divenuto e ho fatto più di quanto ho sperato e desiderato.
Così con questa risposta alla sua di auguri e benedizioni, colgo l’occasione di ringraziare in Lei tutta la mia Congregazione Saveriana per quanto ha fatto per me in questi 50 anni.
Saluta e chiede un ricordo. In Cristo aff.mo.
Marino Rigon, sx.
Rigon è uno dei tanti saveriani che ha fatto diventare storia (realtà) quei valori missionari prima sognati, poi imparati nella disciplina della quotidianità e infine incarnati con entusiasmo durante la sua vita saveriana (come lui stesso la definisce).
Queste vite saveriane dovrebbero essere conosciute meglio anche dai nostri giovani in formazione. Esse descrivono in modo efficace come la missione debba essere la base e l’orizzonte di ogni tappa della vita del saveriano (XVII CG 54). Infine, incoraggiano a vivere una di quelle caratteristiche che dovranno “…distinguere i membri presenti e futuri della pia nostra Società…: spirito di amore intenso per la nostra Religiosa Famiglia che dobbiamo considerare qual madre e carità a tutta prova pei membri che la compongono” (LT 10).
Buona preparazione alla Festa di San Guido M. Conforti.