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Mercoledì 27 novembre 2019 alle 17.30, presso la Libreria delle Paoline di Brescia, ha avuto luogo un dialogo con padre Tiziano Tosolini, autore del libro “Dal Silenzio una Voce. Esperienze di conversione nell’Asia di oggi”, edito da EMI. Hanno conversato con l’autore Suor Eliana Zanoletti e don Mauro Cinquetti, ha moderato l’incontro padre Mario Menin. La profondità delle riflessioni ed il dialogo profetico da loro messo in atto hanno aperto l’anima dei presenti verso orizzonti di senso e di Spirito, che in questo tempo di Natale conducono ad una Gioia ancora più grande. Ne riportiamo alcuni frammenti, con i riferimenti delle pagine citate del libro preso in oggetto.

Suor Eliana Zanoletti afferma: “Oggi c’è una sottostima della crisi sottesa al Cattolicesimo in tema della dicibilità del cristianesimo nella nostra cultura. In Italia abbiamo molte testimonianze cattoliche e un serie di provocazioni che potrebbero essere contaminanti. Tuttavia, manca la mediazione, mancano le parole da dire sulle esperienze umane fondamentali da vivere, sulla quotidianità. Le parole sono logore e poco espressive. A volte in Italia c’è un’aspettativa formattante, che non è rispettosa di ciò che fa Dio nelle storie delle persone. Quando chiediamo ai giovani di avvicinarsi a Gesù, pretendiamo che prendano o tutto il pacchetto o niente... invece occorre chiedersi cosa possono portare loro in questa cultura nuova, in cui vive Gesù con lo Spirito.” Citando il racconto di Jennifer, sottolinea che nelle persone la scoperta delle fede può impiegare tempi lunghissimi: “Sono fiumi carsici che entrano in latenza e poi emergono.... tempi lunghi e discontinui, eppure in questi racconti si sente il Riferimento” alla Vita, alla loro esperienza umana, al bisogno della preghiera.

Scrive Jennifer, infatti:
“Sono cresciuta in una famiglia taiwanese tradizionale, dove i genitori amano molto i figli e danno molto peso alla loro educazione. In fatto di religione la mia famiglia segue i riti tradizionali e le feste. I miei genitori non hanno una grande conoscenza della dottrina buddhista o taoista, distinguono solamente tra il fare il bene ed evitare il male. Durante le medie a Tai Dong in via Bao Shang, mi fermavo nella chiesa cattolica a leggere i libri esposti; durante le superiori alloggiavo in un dormitorio delle suore vicino all’università Chen Gong; mentre studiavo all’università andavo al centro Aurora (un centro culturale cattolico), ma anche se andavo in questi luoghi tranquilli, tenuti dai cattolici, per studiare in pace, tra i miei amici pochissimi erano cattolici o cristiani. Della religione cristiana sapevo pochissimo, fino a quando mia sorella minore ha conosciuto l’attuale suo marito, mio cognato. Poiché tutta la loro famiglia è cattolica, sono molto bravi e buoni. Una famiglia felice. Da quel momento ho potuto conoscere qualche cosa di più circa il cattolicesimo, e forse anche perché Dio ha aiutato mia sorella e mio cognato a superare alcune difficoltà, anche a causa di questo ho potuto sperimentare la forza divina. […] Il catechismo mi ha fatto scoprire che tutte le cose sono state create da Dio, che gli uomini devono amare e proteggere ogni cosa; mi ha insegnato ad ammirare la bellezza della natura, a rispettare e amare la vita come Dio ha amato noi. […] Cosa strana: paragonando la fede cristiana allo spirito confuciano, tutte e due per vie diverse mirano allo stesso scopo. Per quanto mi riguarda, oltre che nel progredire nelle virtù e nel trattare le persone e le cose del mondo nel giusto modo, il catechismo è diventato per me una base importante per la mia vita; tanto più che come temperamento sono piuttosto debole e indifesa. In passato, quando mi si presentavano difficoltà, sapevo solo piangere e non sapevo cosa fare. Fortunatamente il Signore pone al mio fianco questa guida, che mi aiuta a superare i problemi serenamente. Credo che tutte le difficoltà che capitano nella vita siano una grazia di Dio, sono grazie che mi permettono di sperimentare in pienezza i vari aspetti, lieti e tristi, duri e teneri della vita. La cosa che mi ha impressionato e colpito di più è la preghiera. Pregare è parlare con Dio. […] La forza dell’uomo è molto debole, la forza di Dio è senza limiti. Ogni volta che mi sento senza forza, attraverso la preghiera affido a Dio il mio futuro e lascio fare a lui. Durante il periodo in cui mi orientavo a ricevere il battesimo non avevo il coraggio di dirlo ai miei genitori, perché seguono la tradizione taiwanese e credono soltanto nella religione popolare; ma poiché ormai sono adulta non hanno potuto impedire la mia scelta, non mi hanno incoraggiata né mi hanno ostacolata. Mia mamma ha detto solo: «Cambiare religione non è bene». La religione tradizionale di Taiwan è un po’ colorata di superstizione, ma a me piace seguire il disegno di Dio. […] Nel 2004, dopo la Quaresima, nella notte di Pasqua ho ricevuto il battesimo e sono diventata formalmente cristiana cattolica. Mia sorella e il nonno mi hanno detto che solamente Dio nella vita è affidabile e che non devo avere paura di amarlo e ringraziarlo. Per grazia di Dio e sotto la sua protezione, mia sorella con tutta la sua famiglia è felice. Persino mia mamma è molto riconoscente ai suoceri di mia sorella per averla accettata e per essersi presi cura di lei in casa loro. […] Mentre io sull’altare facevo la prima comunione al corpo e sangue di Cristo, ho fatto il proposito di rimanere sempre unita a Dio, di realizzare nella mia vita la fede cristiana e ogni giorno vivere in unità con Dio. Con me è stata battezzata una bambina. Era in braccio a sua madre e ha risposto alla chiamata di Dio con grandi pianti, come per dire a Dio che anche lei era in Chiesa. […] Vedendo oggi nel mondo tante guerre, morte, problemi sociali, problemi famigliari, spesso mi domando e penso che se tutti seguissero la volontà di Dio, forse nel mondo ci sarebbe la pace. […] Adesso, nella società industriale, con la scusa del progresso sociale, della velocità dello sviluppo della civiltà umana, molti negano, sono contrari alla dottrina cattolica dicendo che è conservatrice: ma non sanno che purtroppo i mali dell’umanità principalmente vengono da un cuore vuoto e triste? […] Anche se non sono una ferventissima cattolica, dopo aver ricevuto i sacramenti, nel trattare con le persone cerco di ricordare a me stessa di non andare contro la volontà di Dio. Specialmente quando mi lamento di altri o quando mi viene antipatico qualcuno, ricordo che Dio vuole che ci amiamo, mi ricordo che Gesù per amore è salito sulla croce, e allora ripenso alla mia condotta e subito riparo, è solo allora che posso sperimentare la benedizione e la felicità che ci vengono da Dio. Dopo aver ricevuto i sacramenti ho iniziato ad avere verso la Chiesa un nuovo interesse, perché la sento più vicina. La crescita nella fede è una strada lunga e lenta, i sacramenti sono, per noi che siamo all’inizio, una porta che si apre. Dopo la porta c’è un tesoro nascosto in noi stessi, che dobbiamo andare a cercare. […] Dopo la mia conversione, il mio rapporto con la Chiesa è rimasto quasi come prima. La causa principale è che sono troppo pigra, in più c’è tantissimo lavoro, anche la domenica e devo fare degli straordinari, e le cose del lavoro mi tornano sempre in mente. […] Dopo il battesimo, il rapporto con i miei amici e parenti è diventato più armonioso. […] Essere cristiani non è in contrasto con la cultura di questo paese, anche in presenza di tradizioni diverse, come pulire le tombe degli antenati in aprile, e fare offerte e celebrazioni particolari per i morti il settimo mese. Ci sono ritualità simili, anche se il significato è diverso.”[1]     

Ricorda sempre suor Eliana: “Dove noi costruiamo grandi aspettative, in Asia è semplicità e nulla è definitivo, un processo lento, con entrate ed uscite e fasi di re-inizio che sfatano la richiesta delle prestazioni e della nostra efficienza, tutto è considerato una grande grazia.” Come sottolinea padre Mario Menin sx: “Anche per San Paolo, la sua conversione è una conversione generativa e non di rottura. E, allo stesso modo, il rabbino capo della comunità di Roma, Israel Italo Zolli, racconta della sua esperienza di conversione non come tradimento dall’ebraismo, ma come una continuazione. Il 13 febbraio 1945 ricevette il battesimo con il nome di Eugenio in omaggio di papa Pio XII. Non si tratta di lasciare una religione o una vita immorale, si tratta di aprire un nuovo orizzonte nella nostra parabola esistenziale.”

Se ci si chiede come sia nato un libro così spirituale e profondo, ci sembra di poter affermare con l’autore, padre Tiziano Tosolini sx, che il vero Autore ha l’iniziale maiuscola. In Giappone ci sono 400.000 cristiani, lo 0,1%, mentre a Taiwan sono il 4%, ed in altri paesi come la Tailandia o il Bangladesh ancora meno. Padre Tosolini mette in rilievo che: “Sono persone che fanno un salto notevole, ma non si tratta di conversione, si tratta di vedere la propria cultura ed il proprio ambiente con occhi nuovi. Vivono in modo diverso la loro esperienza, perché hanno incontrato Qualcuno.” Il libro è nato dal desiderio di capire l’esperienza di Vita della conversione, il percorso che fa germogliare una nuova Esistenza nelle esistenze già in atto. “Invece di studiare testi sul processo di conversione e dialogo, la scelta è stata di chiedere alle persone che si sono convertite di parlare della loro esperienza: sebbene sia prassi comune essere molto riservati in questo campo, chi è stato interpellato ha risposto alla richiesta, con entusiasmo e sincerità, e la traduzione è stata fatta da missionari che conoscevano queste persone. Sono traduzioni ottime che non danno adito ad interpretazioni. La conversione non avviene solo da chi si converte, ma anche da chi ha aiutato la persona a convertirsi. La conversione è reciprocità. Negli Atti degli Apostoli si narra come Anania venga mandato da Dio verso Paolo lungo la strada. Doveva aver molto timore Anania. Paolo non era sicuramente facile da affiancare dopo la storia del suo rapporto iniziale con i cristiani. Eppure, si fa coraggio, crede in Dio ed in Paolo, e lo chiama fratello. Anche in chi ha generato la conversione avviene un cambiamento del cuore.”

Ci si può chiedere che idea di Dio abbia avuto chi si è convertito. La risposta è che la loro conversione non è nata da un’idea, non è teorica, ma è frutto di una Relazione. Queste persone hanno fatto un’esperienza e poi hanno riflettuto su quanto accaduto. Prima, infatti, c’è il vivere, c’è l’esperire e solo dopo arriva la riflessione razionale sul vissuto. È l’esperienza di sentirsi interpellati. Leggendo la Bibbia da Abramo a Paolo, Dio agisce per primo sempre: l’uomo è risonanza della parola di Dio, perciò entra in dialogo ed in rapporto. Anche nella Bibbia ogni momento di conoscenza, di comunione tra Dio e le persone, è relazione, è reciprocità.

Chi racconta il proprio cammino, nel libro, non dice di aver capito tutto di Dio: l’esperienza è un paesaggio in continua mutazione, cangiante, si dipinge a tinte differenti negli istanti dell’esistenza e cambia colore, non è mai uguale a sé stesso. Attrae. Porta la Gioia della comprensione, conduce all’intuizione e alla scoperta di capire un senso nella Vita, è un contratto con la Bellezza.

Se è Dio che converte, che interviene e che tocca il cuore delle persone, viene da chiedersi quale sia il ruolo del missionario. Padre Tiziano Tosolini ricorda che la risposta si trova scritta nelle lettere di San Paolo: “«Le persone convertite sono una lettera di Cristo composta dai missionari, scritta con lo Spirito del Dio vivente, impressa nei cuori». I segni rinviano sempre a qualcosa… di altro, di oltre: essere missionari in Asia significa essere dei segni. Il missionario va per servire e amare. E diventa segno. Tutto qui.”

Padre Mario Menin ricorda infatti che i Saveriani sono arrivati in Giappone nel tardo autunno del 1946, proprio mentre giapponesi si preparavano al Natale: fu una sorpresa per i Saveriani scoprire che li c’erano le feste del Natale, seppure concepite in una dimensione differente. Era come se fossero stati già preceduti da Chi dovevano precedere. Nel testo, in ogni brano viene riportato il nome del missionario, che ha seguito chi racconta il proprio cammino di scelta: è l’idea della custodia di un piccolo germe, dell’accoglienza di un evento inaspettato, della contemplazione della scoperta della fede.

Don Mauro Cinquetti mette in rilievo come questo libro aiuti ad allargare l’idea della Chiesa, faccia capire come la Chiesa sia Cattolica. Constatando come in Italia vi sia il declino della fede e ci si chieda cosa occorra fare, chiarisce che, spesso, la risposta è di desiderare di andare verso l’altro “a tutti i costi”: la ricerca di una soluzione si concretizza nell’immaginare strategie di rievangelizzare e nel profondere idee ed iniziative.  Si pensa che l’evangelizzazione sia opera dei credenti, con uno sguardo clericale. Nel libro si coglie la sostanza: nella conversione non ci sono persone cadute in una rete. Nel volume sono presenti storie semplici, dove i protagonisti raccontano come in modo casuale hanno conosciuto chi gli ha aperto un orizzonte, magari inconsapevolmente: sono entrate in Chiesa, hanno stretto amicizia con un missionario, hanno frequentato scuole di ispirazione Cattolica, sono stati curati in un ospedale dove c’erano cattolici. Si genera cambiamento, incontro, conversione solo nell’accompagnamento. Afferma don Mauro: “È il Signore che agisce, non sono le nostre strategie” e condivide il racconto di Phim.

“La Thailandia del nord, con la sua natura lussureggiante, affascina. Il tempo scorre al ritmo delle colture: piantagione del riso, mietitura, semina del granoturco, dei fagiolini o altri ortaggi. Da anni non c’è più il tempo del riposo, l’agricoltura ha preso il ritmo frenetico del guadagno. Per i thai contadini questo vuol dire alzarsi molto presto il mattino, e, dopo aver mangiato un po’ di riso, andare a lavorare nel proprio campo (o a giornata) fino a sera. Dopo cena, un po’ di alcol fa dimenticare la fatica della giornata e i debiti che spesso si accumulano.  Sembra facile entrare in questo mondo, ma lo è solo apparentemente: più lo si conosce, più si vive insieme a loro e più se ne scoprono ricchezze, novità, vuoti e debolezze. I thai per il 90 per cento si professano buddhisti; […] Ma la crisi religiosa si sente anche nel mondo buddhista. Come in Italia, anche qui i momenti forti della vita, come la malattia, le difficoltà, la vecchiaia che interrogano e fanno riprendere la pratica religiosa. Vi racconto di Phim, una giovane donna da quattro anni affetta da sclerosi multipla, una malattia piuttosto rara in Thailandia. A differenza di molte sue coetanee ha terminato l’università, aveva una buona posizione sociale, conosceva l’inglese e possibilità di viaggi all’estero. In breve tempo si è ritrovata a perdere completamente la vista e l’uso delle gambe. Le sue giornate ora sono ritmate dai sintomi della malattia e dalla cura amorevole della mamma. Quello che mi ha colpito di lei è che ha coltivato la sua fede, ha cercato un senso della vita in tutto quello stravolgimento. […]  Si entra nel mondo della malattia in punta di piedi, ascoltando, accogliendo l’altro e spogliandosi delle parole di conforto cristiano perché qui mancano della base culturale che ne consenta la comprensione. In tale rispetto reciproco è cresciuta la nostra relazione, che però non chiede tagli alla nostra fede bensì punti d’incontro, spazi in cui trovarsi a dire: «La vita è questo». […] Phim non era a digiuno della fede cristiana, aveva avuto un piccolo contatto con una chiesa protestante e ultimamente da un amico aveva ricevuto dei cd sul Vangelo. Così un giorno ho osato chiederle, con semplicità, se volesse conoscere la storia di Gesù. Ha accettato subito. Io però ho aspettato ad iniziare, volevo essere certa del suo interesse. Glielo chiesi ancora, fino a quando non compresi che si sentiva davvero libera ed interessata a farlo. Siamo ancora ai primi capitoli del Vangelo di Luca, lei ha una memoria formidabile e riassume da sola gli episodi precedenti della vita di Gesù. È un approccio nuovo al Vangelo anche per me, chiedo a lei cosa capisce e insieme cerchiamo applicazioni per la nostra vita. «Ci siamo conosciute un po’ per caso», così ha scritto quando, più tardi, le ho chiesto di scrivere la sua testimonianza, [..] «La prima volta che mi venne a trovare mi sentii molto felice, la trovai una persona simpatica e compassionevole. […] La nostra relazione è cresciuta sempre di più. La sento come una della famiglia, non ho provato distanza per il fatto che io sono buddhista e lei cristiana. Non avverto differenze tra le nostre fedi, mi sono ritrovata sulla compassione, sulla pietà verso gli altri, mi colpisce Dio padre che ama tutti, ancor di più quanti sono nella difficoltà, e a questi sta loro vicino. Penso che Dio padre abbia mandato la sister per prendersi cura di me». Da circa un anno vado a trovarla il sabato pomeriggio con alcuni adolescenti seguiti dalla parrocchia. […] Phim chiede loro di leggere anche per farli esercitare nella lettura, si preoccupa dei loro studi e di chi, terminata la scuola, si trasferisce a Bangkok per il lavoro. Credo che il Signore ci chieda, più che soluzioni ai problemi della gente, cammini di incontro cuore a cuore, dove è più facile trovare punti in comune e riconoscerlo come Padre di tutti”.[2]

Quando padre Mario Menin sx, incoraggia sul fatto che sia necessario mettere in circolo virtuoso queste conversioni con la vita della Chiesa italiana, perché si crei un nesso vitale tra le Chiese, e auspica che ci possa essere una continua contaminazione, tra Asia e Italia, tra Italia e altri continenti, dove, ad esempio, anche il Sinodo dell’Amazzonia possa diventare un kairos per il nostro tempo e la nostra fede, scende il silenzio. Un silenzio generativo.

Padre Tiziano Tosolini sx, ci ricorda: dal silenzio, una Voce. E conclude: “Forse l’Occidente è questo silenzio. Forse è anche un bene, perché è dal silenzio che si può sentire una voce. Il silenzio non è il silenzio di Dio, ma è quello dell’uomo e solo in questo sussurro si può sentire, appunto, una Voce.” La voce che, in un Avvento, è l’incontro che solo fa germogliare la conversione del cuore.

[1] Tiziano Tosolini, Dal Silenzio una Voce. Esperienze di conversione nell’Asia di oggi., ed. EMI, Verona, 2019, ISBN9788830724464

[2] [2] Tiziano Tosolini, Dal Silenzio una Voce. Esperienze di conversione nell’Asia di oggi., ed. EMI, Verona, 2019, ISBN9788830724464



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