Voci e volti della Festa dei popoli 2018
Ashraf Mohammed Koahkar, rappresentante dell’associazione culturale pakistana Minhaj Ul Quran, ha detto: “Vogliamo vivere in pace, conoscerci, dialogare”. La marcia della pace ha attraversato alcuni luoghi simbolo della “R-esistenza”. È partita dalla stazione ferroviaria, luogo che rappresenta l’incontro e l’accoglienza dei migranti. Alcuni richiedenti asilo hanno distribuito ai presenti mele colorate di cartone, realizzate dagli alunni dell’istituto comprensivo Tolstoj, con alcune frasi di pace. Le mele sono poi state appese qua e là lungo il percorso, a rappresentare il passaggio della marcia, per colorare la città.
Il corteo ha fatto tappa sotto il grattacielo incompiuto del Polo Tecnologico, dove Umberto Ruzzante, dell’associazione Libera, ha lanciato un messaggio: “Dobbiamo contribuire a un dialogo costante e trasparente con le istituzioni, per favorire l’emersione di fatti criminali e illegali, bandire ogni forma di violenza, rendere concreta l’affermazione dei diritti”. Legalità è stata la parola chiave della tappa. Poco distante, davanti al centro culturale islamico di via Forlanini, i partecipanti al corteo sono stati salutati dai pakistani con un lancio di petali di fiori, segno di accoglienza, amicizia e fratellanza.
Davanti a Villa Tittoni, sotto il grande cedro, i rappresentanti di Legambiente hanno organizzato una danza “abbraccio” all’albero, all’insegna del rispetto dell’ambiente. La marcia si è conclusa in piazza Conciliazione, con il gospel e una grande catena umana, a cui ha partecipato anche il sindaco Roberto Corti. Piccoli e grandi, italiani e stranieri si sono dati la mano in un unico abbraccio colorato. La festa è proseguita domenica nel giardino dei saveriani, con gli stand delle associazioni, l’Eucarestia, i laboratori e il gesto della pace, che ha concluso il percorso di un anno, durante il quale cattolici, evangelici, buddhisti e musulmani hanno pregato insieme.