Vita e pace antidoto alla violenza
Anche in Amazzonia noi saveriani, stiamo vivendo la preparazione al Sinodo dei giovani. Li aiutiamo a fare scelte importanti e a decidersi in favore della vita. Viviamo, infatti, in una società violenta e senza punti di riferimenti. Il telegiornale quotidiano è un vero bollettino di guerra con morti (quasi tutti giovani!), assalti e furti. Noi missionari cerchiamo di stare loro vicini, offrendo formazione umana e spirituale, spirito critico e la possibilità di un incontro con Cristo.
In Amazzonia stiamo portando avanti un itinerario di formazione spirituale, umana e culturale. È un viaggio missionario alla scoperta del tesoro che Dio ha nascosto dentro di noi e nelle culture. Sono quattro incontri di formazione missionaria e vocazionale, che risvegliano la volontà dei giovani di donarsi e realizzare il sogno di Dio: fare del mondo una sola famiglia. Ma, oltre a questo, nella casa di formazione saveriana, si tengono tre ritiri spirituali, un’esperienza di incontro con Dio. Molti arrivano dalle parrocchie con cui siamo in contatto o fanno parte dei gruppi “gioventù e infanzia missionaria”. Ogni volta parliamo di un continente diverso e su un tema di discernimento vocazionale. La prima volta, abbiamo “viaggiato” nell’Africa, scoprendone ricchezze, difficoltà ed esempi di persone che hanno vinto la violenza (Nelson Mandela, mons. Munzihirwa…).
I nostri giovani sanno bene che nel mondo sono molti i problemi: guerre, malattie, cataclismi. In Brasile c’è una grave crisi politica, mancanza di prospettive, molta violenza contro i giovani e i neri. Ma non per questo ci abbattiamo. Al contrario, prendiamo coscienza della forza che Dio mette in ciascuno di noi, chiamandoci a fare la differenza, come è stato per il vecchio Mosè o per la giovane Maria di Nazareth. Tutti siamo “chiamati”, chi in una forma chi in un’altra, a collaborare con il progetto di Dio.