Volare con le proprie ali…
Rachele ha diciassette anni e cerca un ponte a cui impiccarsi. Lo sguardo è perso nel vuoto, le parole escono a stento. Anche a guardarla fa venire il male al cuore. Alle spalle c’è una famiglia buona, onesta, ma che fatica a sbarcare il lunario. Il padre è rimasto semiparalizzato dopo un incidente sul lavoro. La madre fa la donna delle pulizie, esce all’alba e torna a notte fonda.
Rachele ha trovato un lavoro al Monte di Pietà. Ogni giorno ascolta storie di disperazione, di povere illusioni che si spengono in quei quattro soldi, portati via in fretta e furia. Il suo cuore è sommerso nel buio. “Non sei sola, Rachele. Da oggi sono con te”. Le dice Adriana. Così torna a cercarla, una, due, tre volte... “Mi piacerebbe fare quello che fai tu, ma dove prendo i soldi per studiare?”. “Se vuoi, ti aiutiamo”.
Nessuno può descrivere la bellezza del sorriso che ci ha regalato quel giorno. Poi si è accorta che studiare psicologia forse non faceva per lei, meglio infermieristica. Scarpe e camice bianco. Era bellissima! Dopo un anno mi ha detto che non aveva più bisogno del nostro aiuto economico. Aveva imparato a fare iniezioni, a curare ferite e assistenza a domicilio. Molti nel quartiere andavano da lei quando ne avevano bisogno. Quei soldini erano sufficienti per pagarsi gli studi. Rachele, adesso, poteva volare con le proprie ali.