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Il Festival della Missione 2022 (FdM) si svolgerà ancora nei “solchi” scavati dalla pandemia COVID-19. Pur riconoscendo di vivere in una situazione di grande sofferenza generalizzata, sia a livello locale che planetario, dopo un’attenta verifica del lavoro fatto nella passata esperienza 2017, di una riorganizzazione della struttura del Festival, cerchiamo di tenere il cuore e la mente sempre tesi verso nuovi orizzonti.

Per questo, siamo ragionevolmente convinti di non dover abbassare la guardia, lasciandoci abbattere o fossilizzare dalla pandemiama scegliamo di vivere il FdM come un’opportunità propizia per riprendere fiato, per dare voce, per gridare sui tetti che Dio è sempre con noi, che ci accompagna nella storia, che custodisce le sue creature e i suoi “messaggeri del vangelo” e che ama tutti i popoli indistintamente, essendo loro “più preziosi della pupilla del suo occhio”. Per questo, ci rimettiamo in movimento e ci affidiamo allo Spirito che, come diceva l’amato Card. Martini, “arriva prima di noi, lavora più di noi e meglio di noi; a noi non tocca né seminarlo, né svegliarlo, ma anzitutto riconoscerlo, accoglierlo, assecondarlo e seguirlo”.

La Pandemia ci ha scoperti estremamente bisognosi gli uni degli altri, soprattutto consapevoli del valore delle relazioni umane e del dialogo, indispensabili nell’auspicata futura ricostruzione che ci attende. Contemporaneamente, ha fatto emergere la necessità di curare una dimensione permanente all’educazione, in modo particolare dei nostri giovani (ecco la scelta di programmare anche un Pre-Festival e un Post-Festival), perché possano imparare a riconoscere ciò che sta accadendo e iniziare a vivere, con un’umanità ricreata, i vari ambiti in cui si dipana la vita.

Questa iniziativa vorrebbe diventare uno spazio di vita in cui offrire tempi di riflessione e di coinvolgimento attorno agli sviluppi futuri della missione (evangelizzazione e promozione umana) e al ruolo delle nostre missionarie e dei nostri missionari italiani all’estero, oltre cinquemila, oggi più che mai protagonisti nella Cooperazione internazionale del nostro Paese.
Il FdM vorrebbe offrirsi a tutti come momento di incontro e di confronto, nel tentativo di raggiungere una maggiore comprensione di sé stessi, di noi e del presente, condividendo la speranza che batte nel cuore, negli sguardi e in quella vita resa più umana da uomini e donne, missionari e missionarie che hanno il coraggio di essere “noi”.

Il nostro ascolto partirà necessariamente dal basso, dal Sud e dalle periferie della storia e del mondo. Lì si poseranno preferibilmente i nostri “occhi” durante il FdM. Da questo luogo privilegiato proveremo anche noi a leggere e a capire il mondo, convinti che in tutto questo la “missione” svolgerà un “ruolo di svelamento” per tutti!



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