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Dal Pre-Festival spunti per il Festival e non solo

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Riportiamo qui, per sommi capi, quelle che sono state le aree tematiche del Pre-Festival, coerenti con ciò che a Milano si vedrà e sentirà.

- In collaborazione con la Scuola di Giornalismo “W. Tobagi” dell’Università degli Studi di Milano si è tenuto un ciclo di incontri con giovani giornalisti indipendenti del Sud del Mondo. Gli studenti della Scuola di Giornalismo hanno poi prodotto podcast e video sull’Agenda 2030 dell’ONU nel post-pandemia.
- Per i giovani dai 16 ai 30 anni c’è stato il FdM Song Contest. I temi delle canzoni raccontano storie di periferia, di riscatto sociale, di lotta all’ingiustizia, di diritti e valori umani, di salvaguardia della madre terra e futuro del mondo.
- Sono stati coinvolti anche gli studenti dalla scuola primaria alla scuola secondaria di secondo grado, che si sono confrontati su diversi temi: ecologia, consumo equo e sostenibile, educazione civica, diritti personali, sostenibilità energetica, cyber rischi, lotta alla violenza. Gli studenti hanno vissuto anche un’esperienza di alternanza scuola-lavoro.

Grazie all’Alta Scuola di Comunicazione dell’Università Cattolica di Milano e con alcuni dei suoi docenti gli studenti si sono cimentati in podcast, video e altri lavori narrativi sull’Agenda Onu 2030. Collaborazioni sono state strette anche con docenti dell’Università statale.
- I giovani in Italia tra i 15-20 anni in Italia sono stati messi in contatto con i coetanei di Africa, Asia e America Latina. Hanno prodotto, scambiato e raccontato storie, sempre seguendo l’Agenda Onu 2030.
Sul tema “Vivere per dono” i Centri missionari, parrocchie, associazioni e altre realtà missionarie hanno organizzato incontri.

Attraverso un documentario sull’Amazzonia, Anamei, si sono veicolati i temi dell’Enciclica Laudato si’ sulla cura della casa comune. L’équipe di formazione missionaria dell’arcidiocesi di Milano ha prodotto schede, che possono essere utilizzati in autonomia da realtà come Centri Missionari, parrocchie, istituti, per creare momenti di animazione sulle tematiche proposte dal Festival, in preparazione allo stesso.

Il progetto carceri si concentra sul tema della giustizia riparativa con laboratori che vedono coinvolti direttamente i cappellani delle carceri.
Infine, sul tema del Festival, sono state organizzate veglie di preghiera nell’arcidiocesi di Milano, a cura di differenti monasteri femminili e maschili. 

Tutti i lavori migliori verranno diffusi sui canali social del Festival e utilizzati come introduzione agli incontri. Alcuni potranno essere oggetto di una pubblicazione.

Il logo scelto per il FdM (realizzato da Raffaele Quadri) ha come obiettivo l’immediata individuazione dell’identità della proposta e di alcune idee portanti che supportano e illuminano l’impianto organizzativo. Al centro c’è un gomitolo con i suoi fili colorati che si srotolano dal basso. La sua forma a sfera richiama alla mente il nostro mondo. A definirlo, però, non sono i contorni delle nazioni, a cui siamo generalmente abituati, ma i colori “fondamentali” (bianco, rosso, verde, blu e giallo) dei continenti, a cui tutti i Paesi, senza distinzioni, si ispirano per le loro bandiere.
Il gomitolo, con i suoi fili, richiama anche altre “idee di fondo”: il mondo reale, oggi, supera decisamente i confini politici territoriali in cui i popoli si riconoscono; il mondo reale, oggi, è essenzialmente interconnesso e interdipendente; il mondo reale, oggi, è palesemente plurale e cosmico;
Più chiaramente, il mondo è anche “altro ancora”, è molto di più rispetto a quello che possiamo effettivamente dire per definirlo o per contenerlo.



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