Uniti nel rinnovamento - Il “capitolo” dei saveriani
Il “capitolo” dei saveriani d’Italia
Il “capitolo”, il grande incontro dei saveriani che si ripete ogni quattro anni, si è svolto dal 18 al 30 aprile scorso nella nostra casa di San Pietro in Vincoli. Abbiamo ospitato 34 missionari. Chi ha risentito di questo incremento sono state le nostre due brave cuoche, Tiziana e Giuliana, e con loro anche padre Nardo, l’economo sempre attento a tutto. A detta degli interessati, il capitolo è stato bello anche per merito loro.
Un’atmosfera diversa
Il capitolo è stato ufficialmente annunciato, il 5 novembre 2003, anniversario della morte del fondatore dei saveriani, il beato Conforti. La preghiera quotidiana scritta apposta, l’uso di un calice diverso e di una lampada da accendere durante la celebrazione della Messa, l’argomento dei colloqui e le attese… erano tutti segnali che nella nostra comunità c’era aria di… capitolo. La casa stessa si preparava a questo evento per ridarsi una ritoccatina nella struttura e nel look.
I 177 saveriani che compongono le varie comunità sparse in Italia, sono stati divisi in 14 collegi elettorali. La nostra comunità di 5 persone era collegio a sé con il diritto ad avere un rappresentante. È stato scelto il rettore, padre Giuseppe Bardelli.
Si sono susseguiti sondaggi, proposte, riunioni di settore e di zona e, come programmato fin dall’annuncio del capitolo, dal 17 al 19 febbraio a San Pietro in Vincoli si era riunita l’assemblea in preparazione al capitolo.
La “sala capitolare”
Il luogo in cui si tengono gli incontri si chiama “sala capitolare” ed è come un luogo sacro. L’allestimento della sala conteneva già un messaggio per coloro che vi si radunavano. Su una parete, tra la Madonna missionaria di Guadalupe (in Messico) e il Crocifisso di Xavier (in Spagna), campeggiava un grande pannello con la scritta, “XII capitolo regionale d’Italia”. Più in basso, era indicato il tema programmatico: “Uniti nel rinnovamento. Vino nuovo in otri nuovi”. Più in alto, invece, c’era scritto, “Chi non si aspetta l’impossibile, non lo raggiungerà mai”.
Tutto il pannello era occupato da un bel disegno colorato: un uomo in cammino, arrivato all’orlo di un precipizio. Da qui nasceva un grande arcobaleno che si perdeva nell’infinito. Il significato dell’immagine stava ad indicare l’attenzione che i saveriani pongono alla realtà attuale, piena di pericoli e rischi, ma anche il desiderio di cavalcare l’arcobaleno verso una realtà che si rinnova: il regno di Dio.
Al centro della sala era posto un grande vaso di azalee rosse e due anfore adagiate su tralci di vite: una primavera di coraggio e di speranza, di otri nuovi da riempire con vino nuovo, al momento del raccolto.
Lavoro e impegni... fraterni
Le giornate dei capitolari sono state intense, da mattina a sera, ma sono trascorse in modo sereno e fraterno. Erano scandite da tempi di preghiera comunitaria, dalle ore di lavoro in assemblea o nei gruppi, dai momenti di relax durante e dopo i pasti, dai colloqui personali…
Come tra fratelli che si ritrovano con esperienze diverse, ma con lo stesso obiettivo: vivere la missione secondo il carisma e la spiritualità saveriana. Gustosa è stata la visita del nostro vescovo di Forlì, mons. Vincenzo Zarri: come pastore ha presieduto la santa Messa, come fratello ha condiviso con noi la cena.
In altre parti del giornale avrete già letto altre notizie su questo importante evento. Per quanto riguarda i frutti del capitolo, vi auguro di coglierli non appena avrete l’avventura di entrare nel mondo saveriano.