Una nuova parrocchia in Congo
Panzi è un quartiere di Bukavu, alla periferia sud della città sul lago Kivu, nella repubblica democratica del Congo. Ha una densità molto alta di popolazione a causa dei gruppi armati che ancora si trovano all’interno della provincia del sud Kivu.
Molta gente si è riversata in città sfuggendo agli stupri e alle angherie dell’esercito nazionale, dei gruppi di ribelli ruandesi o delle milizie locali che, pagati e armati da “signorotti” senza scrupoli, difendono le colline da cui vengono estratti materiali preziosi, causando guerriglie che perdurano da vent’anni.
Un lavoro, qualsiasi lavoro
Il quartiere di Panzi è circondato da colline piene di capanne attorniate da bananeti. Qui la gente si arrampica nella stagione delle piogge, cercando di non scivolare sull’argilla rossa e compatta. La mattina presto con il buio, migliaia di persone si dirigono in città a Bukavu in cerca di un qualsiasi lavoro: portare merci a spalle, vendere al dettaglio banane comprate in un villaggio poco distante, oppure indumenti usati comprati in Ruanda...
È importante tornare a casa la sera con due o tre dollari di profitto, che permetterà a tutta la famiglia di mangiare un po’ di polenta di manioca con salsa di pomodoro e qualche pesce pescato nel lago Kivu.
Otto comunità cristiane
Prima ancora di partire verso la città, i cristiani di Panzi si sono radunati nelle comunità di quartiere per le loro preghiere e un pensiero biblico. Poi il leader comunica le novità della sua comunità: malati, nascite, incidenti, matrimoni da farsi o da ricucire, giovani universitari in cerca di aiuti per la stampa della loro tesi e scolari che chiedono aiuto per pagare la retta della scuola.
Nei tempi forti della quaresima e dell’avvento, il missionario visita tutte le comunità di quartiere, celebra l’Eucarestia, visita i malati, confessa e incontra i “casi difficili” della comunità cristiana. A Panzi le comunità sono otto, in continuo aumento. I leader della grande comunità chiedono ora di dividere il territorio per una maggiore fraternità e conoscenza reciproca.
Diventare famiglia di Dio
I saveriani, dopo 32 anni di missione nella parrocchia di Cahi, hanno chiesto e ottenuto dall’arcivescovo mons. Maroy di prendersi cura di un settore, quello di Panzi, e farne una nuova parrocchia.
Il primo passo è facile: trovare un santo patrono. Tra san Nicola, san Giuseppe, santo Stefano e san Guido Conforti, la grande maggioranza ha scelto l’ultimo, con grande gioia dei saveriani.
Il secondo passo è più difficile: diventare famiglia di Dio, avere un’identità di fratelli e sorelle che si riconoscono non solo la domenica, ma anche almercato, all’ospedale, per le strade, nei servizi ordinari della vita.
I cristiani di Panzi non si sono tirati indietro davanti a questa sfida; anzi, hanno inventato e favorito i ministeri propri dei laici: catechesi, Caritas, liturgia (coro, lettori, servizio all’altare, aiutanti dell’Eucarestia…), affari economici, pace e riconciliazione, pastorale giovanile, insegnamento religioso nelle scuole, gruppo giovanile missionario, gruppo vedove, gruppo mamme, gruppo papà...
La tombola per la chiesa
Infine, c’è il ministero della costruzione della nuova chiesa, diviso in tre gruppi: animazione, finanze e aspetti tecnici. Ogni famiglia delle comunità di quartiere ha ricevuto una busta per la propria offerta. L’aiuto esterno per la costruzione c’è, ma in questi dieci mesi c’è stata anche tanta partecipazione della gente del luogo.
L’ultima iniziativa è stata l’estrazione a premi, che qui viene chiamata “tombola”, estesa a tutta la città di Bukavu. Si è voluto dare la possibilità a ogni abitante, dal governatore al sindaco, dai protestanti ai musulmani, di aiutare nella costruzione della nuova chiesa.
Qui Dio sarà acclamato “Padre” e danzando, canteremo le sue lodi per la sua presenza in mezzo a noi. Si spera presto!