A quindici anni dalla morte, mercoledì 26 ottobre 2016, nella chiesa di S. Biagio a Gallico Superiore, alla presenza dell’arcivescovo mons. Giuseppe Fiorini Morosini, è stato presentato il volume: “Don Demetrio Fortugno una vita a Gallico”.

50 anni di missione svolta con amore

Il libro, edito da Leonida Editore, curato dalla nipote Angela Martino e dalla sorella Paola Fortugno, con la prefazione del parroco don Gaetano Galatti, comprende la vita del sacerdote, numerose testimonianze di quanti lo hanno conosciuto e sono cresciuti sotto la sua guida pastorale e spirituale nelle fila dell’Azione Cattolica di S. Biagio. Non mancano una nutrita raccolta di fotografie, poesie e un testo teatrale in sette quadri “Don Demetrio Fortugno, un sacerdote umile e moderno - Storia della comunità parrocchiale di S. Biagio”, da me scritto.

È stata una festa di famiglia, allargata a tutta la comunità parrocchiale di S. Biagio. Qui don Demetrio ha svolto con amore, dal 16 febbraio 1951 al 6 febbraio 2001, senza soluzione di continuità, la sua missione pastorale. Egli ha saputo tenere stretti rapporti di collaborazione e fraterna amicizia, sia con la comunità dei saveriani, specialmente con p. Aurelio Cannizzaro, sia con le suore salesiane, figlie di Maria Ausiliatrice. Di p. Aurelio, fondatore e ideatore del parco della Mondialità, ricorre il prossimo anno il centenario della nascita, il settantacinquesimo di sacerdozio e il venticinquesimo dalla morte.

Chi è un sacerdote?

In chiesa, erano numerosi i parrocchiani venuti a testimoniare l’affetto per il parroco che li ha guidati nel loro percorso di fede e di vita. La comunità di S. Biagio, tra l’altro, grazie alla testimonianza sacerdotale di don Demetrio, ha dato alla chiesa reggina molti sacerdoti e suore.

La presentazione del volume è stata preceduta dalla Messa, presieduta da mons. Giuseppe Fiorini Morosini.

Nell’omelia, l’arcivescovo reggino ha ricordato che siamo nell’anno diocesano per le vocazioni di speciale consacrazione.

E alla domanda “chi è un sacerdote?”, ha risposto che è un ministro di Dio, ma anche un uomo a servizio dei fedeli per testimoniare, con la sua vita, che Cristo è amore, gioia, misericordia.

Vale la pena vivere!

Ricordando don Fortugno, ha aggiunto: “Cosa è rimasto della santità di don Demetrio, che oggi ricordiamo?

È rimasta una traccia indelebile di bellezza, cultura e vocazione in mezzo al suo popolo. La vita di questo presbitero non è passata invano, eppure non è stato sindaco, professionista affermato, laureato o politico di successo; ha dato vita e speranza alla sua comunità lasciando un segno significativo.

Don Fortugno - conclude il presule reggino - è stato un prete che ha vissuto, sull’esempio di Cristo, con gioia, felicità e speranza e quindi, possiamo affermare: Vale la pena vivere!”.

Cinema, bibbia e viaggi

Le memorie e le impressioni contenuti nel libro sono state affidate al prof. Domenico Minuto, che ha presentato il volume.

Minuto, grande amico del sacerdote, ha ricordato, di don Fortugno, oltre la sua santità sacerdotale, l’amore verso il cinema, del quale fu il maggiore esperto in tutta la diocesi reggina, l’antesignano del Concilio Vaticano II, l’amore smisurato per la Bibbia, la promozione dell’ecumenismo a Reggio e, infine, la grande passione per i viaggi, non come turista spensierato ma come fratello, per conoscere culture e tradizioni di popoli diversi.