Un uomo positivo, da imitare
La nostra comunità ha perduto uno dei suoi membri. Il 27 giugno è salito al cielo p. Giuseppe Caretta. Era nato a Monte di Malo (VI) il 29 dicembre 1934, in una famiglia numerosa, molto cristiana. Entrato nel 1946 tra i saveriani a Vicenza, è stato ordinato presbitero a Parma il 25 ottobre 1959.
Il Giappone e poi nel nord Italia
Dopo l’ordinazione, nel 1960, p. Giuseppe raggiunge la missione in Giappone. Finché la salute glielo permette, lavora nelle parrocchie di Kanoya, Saito e Takanabe. Rientrato in Italia nel 1968, è destinato alla casa apostolica di Udine come animatore delle vocazioni e insegnante fino al 1983, quando passa a Desio. Lì rimane fino al 1992, impegnato nel ministero pastorale e nell’animazione missionaria.
Nel 1992 è trasferito alla casa di Tavernerio, nella quale rimane venticinque anni, impegnato nel ministero pastorale e nella cura del parco che circonda la nostra casa, fino al 9 giugno scorso.
A Udine, così come a Desio e qui a Tavernerio, assume anche la direzione di cori liturgici e popolari.
Venticinque anni a Tavernerio
Il 9 giugno, p. Giuseppe è trasferito alla Casa Madre di Parma per ricevere le cure adeguate. Non passano molti giorni: la mattina del 27 giugno il Signore lo invita al premio del “servo buono e fedele”.
Dal suo rientro dal Giappone la sua salute non è mai stata florida. Era sopravvissuto anche a un grave incidente automobilistico nel 2010, per il quale si considerava un miracolato, tanto da riprendere la sua vita normale. I suoi funerali sono stati celebrati a Parma e a Tavernerio il 29 giugno. Il giorno seguente ad Arnate di Gallarate è stato sepolto nella tomba dei presbiteri.
Nei corridoi con il rosario in mano
P. Giuseppe aveva un carattere gioviale e allegro, educato a una vita cristiana semplice, fatta di preghiera, impegno e sacrificio, che si esprimeva nelle devozioni tradizionali. Aveva una tenera e filiale devozione per la Madonna. Era facile incontrarlo nei corridoi con il rosario in mano, sostava volentieri davanti alla statua nella nostra cappella di Sant’Anna e amava recarsi pellegrino nei santuari mariani. Egli animava, inoltre, la preghiera delle persone del vicinato, che venivano qui per pregare e ricevere i sacramenti. Ed era molto seguito.
P. Giuseppe amava la natura, coltivava l’orto, e aveva un dono particolare per la musica. Per questo aveva conseguito un diploma di direttore di coro. Al suo funerale, a Parma, un coro friulano l’ha salutato con uno struggente canto mariano, così a Tavernerio il coro delle ragazze di Urago e i membri del Fogolar Furlan di Monza che aveva guidato per lunghi anni.
Sapeva ascoltare e consigliare
P. Giuseppe aveva il dono di ascoltare e accompagnare le persone. Era dotato di un’umanità aperta, capace di legare amicizie durature. Gli era facile accostare le persone, ascoltarle e aiutarle con un consiglio. Lo testimoniano tanti suoi amici e amiche che spesso, anche nei giorni della malattia, sono venuti a salutarlo. Una signora ha scritto: “Ci ha lasciato p. Caretta, uomo dal sorriso contagioso, dal pensiero positivo… un uomo da imitare! Ci mancherà” (Rita S.).
Un’altra caratteristica è stato l’amore provato per la famiglia saveriana, della quale poteva ormai dirsi un “anziano”. Amava celebrarne le feste, prepararle nella preghiera e renderle solenni con i canti della nostra tradizione di cui lui si sentiva un po’ depositario.
Certamente egli continuerà a pregare per noi, perché la nostra famiglia sia sempre all’altezza della sua vocazione missionaria e perché nuove vocazioni la raggiungano. Sicuramente terrà nella sua preghiera anche tutti gli amici, che ha avuto modo di conoscere e amare durante la sua vita.