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Un mondo libero dalle armi nucleari

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Quando sentiamo parlare di armi nucleari, pensiamo che sia una questione che riguarda le grandi potenze mondiali: Stati Uniti e Russia (rispettivamente 5.800 e 6.375 ordigni nucleari), ma anche Cina (320 bombe), Francia (290 bombe), Regno Unito (215 bombe) e poi alcuni Paesi che negli anni hanno iniziato a produrle e dispiegarle come India (150 bombe), Pakistan (160 bombe), Israele (90 bombe) e di recente la Corea del Nord (si stima sia dotata di una decina di bombe nucleari).

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Una potenza di fuoco che, se utilizzata, è in grado di distruggere l’intero pianeta. Pochi sanno, invece, che ordigni nucleari sono dispiegati anche in alcuni Stati europei che non sono produttori di bombe nucleari: tra questi Germania, Belgio, Olanda e Italia. I Paesi dell’Alleanza Atlantica (Nato) già dagli anni cinquanta hanno infatti sviluppato e promosso il programma di nuclear sharing (condivisione nucleare), che prevede il dispiegamento, sul loro territorio, di armi nucleari tattiche e strategiche fornite dagli Stati Uniti. Anche se diminuiti nel tempo, secondo fonti accreditate, i suddetti quattro Paesi europei ospiterebbero tuttora almeno una ventina di bombe nucleari ciascuno. In Italia, almeno 20 bombe nucleari sono presenti nella base dell’aeronautica militare americana di Aviano (Pordenone) e altrettante nella base dell’aeronautica italiana di Ghedi (Brescia). Sono bombe del tipo B61 in fase di rinnovamento per essere impiegate anche sui nuovi cacciabombardieri F-35. Bombe ben più potenti di quelle sganciate in Giappone durante la Seconda guerra mondiale, tanto che, anche solo in caso di incidente, le persone raggiunte dal fungo radioattivo in Italia potrebbero essere dai 2 ai 10 milioni: a Hiroshima e Nagasaki furono circa 300mila le vittime.

Nonostante già dal 1970 sia in vigore il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), diversi Stati - tra cui India, Pakistan, Israele e Corea del Nord - non vi hanno aderito e hanno prodotto i propri ordigni nucleari, mentre le principali potenze (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Regno Unito) hanno continuato a sviluppare nuovi sistemi nucleari. Oltre all’enorme spesa (il costo globale dei programmi nucleari è di circa 72 miliardi di dollari all’anno, cioè 24 volte il budget delle Nazioni Unite), la minaccia dell’olocausto nucleare pesa come una spada di Damocle sull’umanità intera. Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e le Politiche di Sicurezza e Difesa (OPAL) di Brescia è un’associazione di promozione sociale fondata nel 2004 per diffondere la cultura della pace. Svolge studi e ricerche su produzione, commercio e traffici di armamenti e di “armi leggere”, sulla diffusione delle armi in Italia e le attività legislative del settore. Sito: www.opalbrescia.org



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