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Un missionario per amico, P. Aldo Guarniero

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Padre Aldo Guarniero ci ha lasciati il 17 ottobre 2010, alla soglia dei cent'anni, il più anziano dei nostri missionari. In 75 anni di vita saveriana, dopo l'ordinazione sacerdotale nel 1943, ha praticamente speso la vita in missione, prima in Cina e poi in Bangladesh fino al 2005, eccetto due brevi pause in Italia.

Per questo suo esempio di vita e servizio missionario, nel 1993 il comune di Conselice (Ravenna) - dove la famiglia Guarniero si era trasferita da Barbona (Padova) - gli aveva conferito la cittadinanza onoraria. Ha vissuto gli ultimi cinque anni nella casa madre dei saveriani a Parma, dove si è spento serenamente, assistito dai confratelli e da suor Carla, sua sorella.

La nostra guida alla missione

Ho conosciuto p. Aldo a settembre del 1972 quando, con altri quattro giovani saveriani, sono arrivato in Bangladesh. Lui era superiore e ci ha accolto a Khulna con molta fraternità e con sollievo. A causa della guerra di liberazione dal Pakistan, da alcuni anni non arrivavano "rinforzi". I missionari erano stanchi e anche un po' tesi, con l'immane lavoro svolto per assistere i feriti e i profughi, incoraggiare la ricostruzione delle case e delle attività sociali. Avere cinque nuovi missionari era già una grande speranza per tutti. In quei delicati momenti, padre Aldo è stato per noi una vera guida alla missione.

Ci incoraggiava a partecipare agli incontri mensili, anche se comprendeva la difficoltà di dover trascorrere una notte intera sulla nave per venire a Khulna da Borisal, dove frequentavamo la scuola di lingua bengalese. Ci appoggiava nella nuova visione di chiesa e di missione, portata dal concilio Vaticano II. Ci parlava dei saveriani "pionieri" dell'attività missionaria in Bangladesh. Ci consigliava su come affrontare le difficoltà del clima, del cibo, del lavoro apostolico.

Un'amicizia autorevole

Ci siamo presto accorti che padre Aldo aveva amici dovunque: persone adulte ed educate, ragazzi e giovani rispettosi, mamme con i loro figli al seguito... Un giorno ci ha portato alla scola superiore "San Giuseppe": la scuola di cui egli era stato preside dal suo arrivo in Bangladesh nel 1953; la più famosa di tutta la città di Khulna. Dai volti sorridenti e dai saluti rispettosi dei professori e degli alunni, abbiamo capito quanto padre Aldo fosse amato e stimato.

Scrive p. Marino Rigon, il più anziano dei saveriani in Bangladesh: "La sua missione era la scuola, dove egli ha versato il suo spirito umano nei maestri e negli alunni. Ha svolto questa missione più che con le parole, con l'autorevolezza della sua vita semplice e attraente. Padre Aldo è riuscito a trasformare insegnanti e studenti in «uomini». Per questo egli è stato un grande missionario".

Posso confermare che padre Aldo Guarniero, pur nei limiti di ogni persona umana, ha svolto la missione dell'amicizia: amico di tutti, tutti vantavano di essere suoi amici.

Auguri di felice Natale con le parole di p. Aldo

Cari amici, tutti aspettano l'evento del Natale. In tanto clamore ci sarà ancora qualcuno disposto ad ascoltare voci diverse provenienti dal poverissimo Bangladesh?

Ho celebrato la Messa in una chiesa-capanna: gente povera di villaggio, occhi attenti, facce tirate, quasi tutti scalzi e mal vestiti. Finita la lettura del vangelo, guardandoli da vicino, ho capito che l'omelia che avevo preparato non andava. Così mi sono trovato a fare un'altra omelia.

Mi dispiace di non aver saputo parlare e far capire loro tante cose: le ragioni della nostra grande speranza, cosa Dio ha preparato per i suoi eletti, l'altezza e la profondità della grandezza di Dio. Noi missionari abbiamo un dovere terribile: evangelizzare, predicare, catechizzare, consapevoli che la fame più grande è sempre quella della Parola di Dio.

Anche in Bangladesh si comincia a parlare di Natale. Il mese scorso si parlava di Maometto; due mesi fa di Durga degli hindu. La religione qui in oriente è ancora il fattore più importante della vita dei singoli e della società. Il nostro Natale è simile al Natale di duemila anni fa. Lo aspettano in pochi, piccoli e poveri, nelle capanne di paglia, con carta colorata e disegni.

Le feste musulmane sono contrassegnate da masse immense; quelle hindu da tamburi e fiori. Le feste cristiane, il Natale in particolare, sono caratterizzate da una gioia che apparentemente ha pochi motivi per esserci e non si capisce da dove venga: una gioia grande e uguale in tutti, giovani e vecchi. È la fede dei semplici, è il premio degli umili. Buon Natale!

  • p. Aldo Guarniero, sx.
  • (da una lettera scritta dal Bangladesh nel 1989 al centro missionario di Imola)


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