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Un missionario per amico /2, La vocazione missionaria

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"Allora", domandò Sunardi, "qual è quella cosa speciale che è capitata a Guido? Racconta un po', Angelica". La nostra amica viene dal Brasile, anzi dalle foreste dell'Amazzonia.

Un giorno uno dei missionari, molto anziano, mi ha raccontato che Guido, quando andava a scuola, era solito fermarsi nella chiesa della Pace a Parma. Aveva 9 anni. Lì si fermava davanti a un grande Crocefisso. Dice Guido, confidando queste cose a uno dei suoi amici: "Mi guardava e mi diceva tante cose. Per me è un Crocefisso miracoloso. Gli devo la mia vocazione".

Era l'autunno del 1876, quando Guido termina le scuole elementari e si deve scegliere come proseguire il suo cammino scolastico. Anch'io, dice Angelica, ho dovuto scegliere che cosa fare. Il papà di Guido, il signor Rinaldo, aveva tanti progetti su quel figlio. Ma lui gli dice che vuole entrare in seminario. Immaginatevi cosa poteva dire suo papà. Si arrabbia e Guido piange. Ma papà Rinaldo aveva un cuore grande e lo lascia andare. E così Guido comincia la sua nuova vita.

Con i suoi compagni prosegue gli studi. Si impegna molto, anche con l'aiuto del rettore don Andrea Ferrari. Ma in seminario d'inverno faceva molto freddo. Probabilmente qui comincia la sua malattia.

Angelica si fermò un po', poi proseguì: Il padre missionario mi ha detto che un giorno un suo compagno gli prestò un libro su san Francesco Saverio. Fu subito entusiasta. Sognava di diventare come lui, missionario, apostolo dell'India e del Giappone.

Ma un brutto giorno, verso la fine del 1882, capitò qualcosa che mise in discussione tutta la sua vita.

- "Che cosa?", dissero in coro i ragazzi, che non perdevano una parola del racconto di Angelica.

Cade a terra svenuto. Forse era il freddo, forse erano altre cose. I dottori non avevano capito bene di che cosa si trattava. Allora il vescovo pensò bene di bloccare l'ordinazione al sacerdotozio del giovane Guido. Immaginatevi come poteva sentirsi. Il mondo gli crollava addosso. Tanti sacrifici e poi....

- "Poi, che cosa?", chiese Ciro.

Poi, concluse Angelica, qualcuno, anzi qualcuna, la Mamma di Gesù non si dimenticò di lui e lo aiutò a riprendere la salute. E così, il 22 settembre 1888, Guido divenne don Guido. Poi andò al santuario della Madonna di Fontanellato per dirle grazie. Stava per cominciare qualcosa di nuovo nella sua vita.

Ma lascio la parola al nostro amico Andrè, che viene dal Camerun".



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