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Un eremita scendeva dai monti verso Gallico

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Da una cronaca del 1150

Un eremita scendeva dai monti. Correva l'anno 1150 circa. Portava un bastone con in cima una croce. Era nato in Sicilia. Ma il Signore lo aveva chiamato a vivere tra le valli della fiumara Gallico. Aveva saputo che Lorenzo aveva lasciato Reggio ed era venuto a riposarsi nel monastero di santa Domenica. Ne aveva sentito parlare bene e voleva incontrarlo per chiedergli dei consigli.

Scendendo, lasciava dietro di sé il grande castello di Calanna e i suoi fratelli che al levar del sole avevano cominciato a lodare il Signore. Ora i suoi occhi si riempivano del mare che si stava avvicinando. Navi, battelli, piccole barche attraversavano lo Stretto. Aveva intravisto in un giorno sereno anche la "fata morgana", senza sapere perché accadeva, ma era bello vederlo.

Tutto quel movimento gli portava vita, speranza, forse anche qualche cosa della sua Sicilia. Qualcuno stava tornando dalla visita ai luoghi santi, a Gerusalemme. Qualcun altro più semplicemente, accompagnava le merci per venderle nelle grandi città del nord della penisola. Lui ormai viveva nel Brutium e si trovava bene perché lì aveva incontrato il Signore. Ormai era alle porte del monastero.

Quanta gente saliva e scendeva verso l'Aspromonte. Avrebbe voluto scambiare qualche parola con loro, ma aveva fretta. Fece una piccola sosta vicino al miliario che indicava la distanza da Reghium e poi bussò alla porta. Lorenzo lo accolse con gioia e lo fece accomodare nella sua piccola cella. Subito notò che nell'intonaco era graffita una croce latina, vicino al foro di comunicazione con le altre celle. Ma non disse niente. Si sedette ai piedi di Lorenzo e cominciò a parlare. "Questa notte, mentre lodavo il Signore, ho visto qualcosa nel cielo stellato, qualcosa di speciale. E ora sono venuto qui da te per avere una spiegazione".

Si fermò un istante, poi continuò a descrivere la sua visione. Lorenzo l'ascoltava volentieri, anche se ogni tanto pensava al suo paese di Frazzanò che aveva lasciato tanto tempo prima. L'eremita aveva quasi finito, quando l'interruppe e gli disse: "Esci con me all'aperto e guarda! Qui, fra molti anni, verrà un uomo, venuto da lontano, con il sole negli occhi, e pianterà il tuo bastone con la croce là su quella collina .. E qui a destra, proprio di fronte ai nostri occhi, farà rivivere gli Atti degli Apostoli: la Pentecoste.

E chiunque scenderà in questa valle, un giorno, ricorderà il tuo arrivo e porterà Colui che è Morto e Risorto su questa croce in tutto il mondo. Riesci a vedere?”. L'eremita aprì gli occhi del cuore e chiese: "Come si chiamerà questo posto?" La risposta di Lorenzo giunse leggera e felice: "Parco della Mondialità".

il cronista del monastero di s. Domenico in Gallico, anno 1150


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