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Un amore lungo una vita: 60 anni in Sierra Leone

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Ora che sono rientrato in Italia, credo definitivamente, ritengo giusto ripercorrere, ricordare e raccontare a voi, cari lettori, i miei quasi sessant'anni di missione in Sierra Leone. Tutto ebbe inizio il 24 novembre 1954, quando dopo tre giorni di volo posi piede in Sierra Leone. C'era ad attendermi mons. Augusto Azzolini, che è stato per me maestro e padre.

La moto fedele compagna

La prima esperienza di apostolato l'ho vissuta a Makeni, che allora non era ancora diocesi. In tutto il distretto c'era una sola chiesa e quattro scuole, due delle quali lontane 90 chilometri, costruite dai missionari p. Vaccari e p. Noaro. I cattolici erano pochi, provenienti dal sud del paese: i mandi.

Il mio primo compito fu tra i giovani delle scuole e di un piccolo collegio che, nella mente di mons. Azzolini, doveva essere un tentativo di "pre-seminario". La moto fu la fedele compagna che mi ha portato in tanti villaggi per animare le nostre comunità.

Fondazione di scuole e apostolato era il sistema allora adottato in tutta l'Africa occidentale. L'apostolato tra i giovani era un modo per avvicinare gli adulti. Il catecumenato nelle scuole era fonte di future comunità cristiane. Erano i primi anni, ma i giovani di allora erano desiderosi di vita nuova.

Nel 1956 a Bumban nacque il desiderio di fare della tribù limba un centro cristiano. Ricordo sempre quello che ci diceva p. Amatore Dagnino, allora superiore generale: "Ogni missionario deve essere un fondatore".

Il missionario con il figlio!

Così, ho cominciato i miei giri per i villaggi, a fare amicizia con la gente, cercando di aprire qualche scuola e di aiutare i malati. Ma ci vollero 16 anni prima che potessi avviare una comunità cristiana nel centro della tribù kamabai. Nel 1972, p. Flaviano Pisani a tempo di record costruì scuola, chiesa dedicata a "Nostra Signora di Sierra Leone" e residenza per i missionari.

Mi sono stabilito a Kamabai con p. Giorgio Venturini, che agli occhi della gente appariva così giovane nei miei confronti, che uno stregone mi disse: "Sapevo io che avevi la moglie, e ora hai portato anche il figlio".

Partito p. Venturini, mi venne in aiuto nel 1974 p. Franco Manganello che, con le sue composizioni musicali, rese più vivaci le nostre comunità. Più tardi p. Tony Senno s'interessò anche del problema agricolo e della costruzione di ponti.

L'aiuto dei catechisti

Nel 1978 fui richiamato a Makeni per insegnare nella scuola secondaria di St. Francis. Ma mentre lasciavo Kamabai in moto, un gruppo di giovani a Binkolo mi fermò per chiedere di continuare tra loro quanto avevo fatto a Kamabai. Così iniziai la prima evangelizzazione tra i safroko lima. Qui, oltre che nelle scuole ci siamo impegnati a formare comunità cristiane di adulti con l'aiuto dei catechisti. Le difficoltà non mancavano, soprattutto perché eravamo costretti ad andare avanti e indietro da Makeni.

Nel 1985 mons. Azzolini benedì la prima chiesa a Binkolo dedicata a "Cristo Re". E finalmente nel 1991 potei entrare nell'ariosa residenza per i missionari, donata da una parrocchia cattolica americana. Nel 1992 con l'arrivo di p. Carlos Loroño potemmo aprire nuove comunità e aumentare il numero dei catecumeni.

Gli anni duemila

La guerra ci costrinse a lasciare la Sierra Leone. Durante la nostra assenza, le comunità cristiane non sono morte, anzi... Tornato in missione nel 2001, rimasi a Lungi con p. Caria per poco più di un anno, poi con il permesso dei ribelli potei andare a Binkolo per la festa di Cristo Re. Nel 2003 la residenza parrocchiale era pronta; con p. Brioni abbiamo consolidato la vita cristiana delle nostre comunità che crescevano di numero. Nel 2004 p. Brioni fu eletto superiore regionale e il lavoro proseguì con p. Vincenzo Munari.

Ringrazio il Signore per questi 56 anni ininterrotti di vita missionaria, per avermi fatto strumento di salvezza e per le tante gioie - non senza sofferenze - che mi hanno accompagnato in tutti questi anni.



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