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Sud/Nord Notizie: Congo RD; bombe; Cina-Taiwan; India-Pakistan

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Un appello al mondo

Congo RD: tragedia umanitaria. Mentre gli aggiornamenti sulla situazione politico-militare nella regione del nord Kivu si susseguono ora dopo ora, l'urgenza è l'aspetto umanitario. Quasi due milioni di persone non hanno più una casa e per sopravvivere dipendono dagli aiuti internazionali che però stentano ad arrivare. Attorno a Goma, capoluogo del nord Kivu assediato dalle truppe del ribelle Nkunda, si sono riversati buona parte degli "sfollati" dei campi profughi limitrofi, spinti dall'avanzata dei ribelli. Le truppe congolesi hanno abbandonato le loro posizioni difensive, compiendo anch'essi atti di violenza e di saccheggio contro i civili.

Nkunda ha avviato la sua offensiva nel momento in cui il piano "Amani" (Goma, gennaio 2008) stava entrando nella fase esecutiva. Il piano, sottoscritto anche dai ribelli, prevede di raggruppare in aree apposite le diverse formazioni armate del Kivu, per procedere al disarmo, alla smobilitazione e al reinserimento dei loro coscritti.

• Congo RD / 2: cosa fare. Un invito al digiuno e alla preghiera in segno di solidarietà con le popolazioni del Kivu è stato lanciato da "Rete Pace per il Congo", "Chiama l'Africa" e "Beati i Costruttori di pace", che in un comunicato ricordano le parole dei vescovi congolesi: "La guerra in Congo è una guerra paravento per coprire il saccheggio delle ricchezze. L'informazione spesso è vaga e imprecisa, eppure c'è una responsabilità collettiva su quanto avviene: il coltan che importiamo da quelle terre costa sangue". Di fronte a questo nuovo dramma, le tre associazioni chiedono: di eseguire ilmandato internazionale d'arresto per Nkunda, di fornire un soccorso immediato alle popolazioni, di prendere le opportune misure contro l'occupazione e il conflitto, d'istituire un osservatorio permanente sul commercio delle materie prime.

Facciamo progressi?

• Bombe a grappolo: il "no" dei 107. A Oslo, il 2 e 3 dicembre, 107 nazioni, tra cui l'Italia, hanno firmato il Trattato per la messa al bando delle bombe a grappolo. Purtroppo, all'appello mancano quegli stati che ancora producono e usano queste armi. Sono 82 i Paesi infestati da mine, mentre più di 20 sono stati colpiti dalle "cluster bombs". Ogni anno le vittime sono circa 20mila, l'85% delle quali civili (3mila i bambini). Assistenza, bonifica, ma anche informazione e aiuto sono gli impegni per il futuro.

• Cina /1: diritti umani. È stata annunciata l'elaborazione del primo "piano d'azione" per la tutela dei diritti umani in Cina. Il piano d'azione stabilirà come migliorare le funzioni di governo, espandere la democrazia, rafforzare lo stato di diritto, migliorare le condizioni di vita della popolazione, proteggere i diritti di donne, bambini e minoranze etniche. Nel 2004 "il rispetto e la salvaguardia dei diritti umani" sono stati inseriti tra i principi della Costituzione. "Questo piano avrà una grande influenza sullo sviluppo dei diritti umani nel Paese" ha detto Dong Yuhnu, segretario generale della Società cinese per gli studi sui diritti umani. Lo speriamo in molti.

• Cina - Taiwan: si dialoga. L'elezione del nuovo presidente di Taiwan sembra abbia inaugurato una nuova era di relazioni con la Cina. I primi risultati sono stati l'inizio di voli diretti fra i due Paesi e l'accesso a Taiwan per i turisti cinesi. Non è esclusa la possibilità di consultazioni su un possibile accordo di pace. Anche il Papa ha salutato con favore i recenti sviluppi positivi nelle relazioni tra Cina e Taiwan.

• India-Pakistan: via commerciale. Dopo 60 anni è stata riaperta la rotta commerciale attraverso le due parti del Kashmir. Camion carichi di mele, mandorle, spezie, sale, tappeti e balle di lana hanno attraversato il ponte Aman Setu "ponte della pace", superando la frontiera che dal 1947 divide il territorio kashmiro tra India e Pakistan. La ripresa del traffico commerciale, decisa dai due governi, fa parte delle misure di riavvicinamento nel dialogo politico avviato tra New Delhi e Islamabad nel 2004, per trovare una soluzione al contenzioso sul Kashmir.



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