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Sisto ha fatto le cose per bene, "Vorrei gridare la gioia dal campanile!"

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Il figlio missionario racconta suo papà, che il Padre celeste ha chiamato a sé il 4 luglio 2007. Nel dolore, resta il ricordo di una persona cara che ha vissuto "bene", con poche parole, che bastano a dire l'intensità della fede.

Papà Sisto era del 1922. Prigioniero a Tunisi nella seconda guerra mondiale, era rientrato in Italia nel 1945, e partito emigrante in Argentina e in Venezuela. Tornato in Italia per la morte della mamma nel 1960, i parenti lo aiutarono ad "accasarsi". Conobbe mia madre e in 6 mesi si sposarono. Ha lavorato e vissuto per la famiglia, con grande amore.

Papà, uomo del quotidiano

Non siamo mai stati una famiglia ricca. Al contrario, i genitori hanno attraversato momenti difficili, malattie e difficoltà economiche... Ciò nonostante, mia sorella e io siamo cresciuti in un ambiente di rispetto e di grande calore domestico.

Ho sempre pensato che mio padre abbia avuto "una marcia in più". Niente lo ha mai fatto disperare o assumere comportamenti strani con noi. Per dare coraggio a mia madre tante volte l'ho sentito dire: "Non ti preoccupare Anna, anche questa passerà!". Prima di diventare missionario, ho lavorato e ho sempre dato lo stipendio a mio padre. Anche il mio poco poteva essere utile.

Il giorno che ho detto ai genitori che avrei voluto licenziarmi per diventare missionario, papà mi rispose: "Non aver paura e non pensare a noi, se Dio ti chiama e se tu vuoi rispondere "sì" alla sua chiamata. Va', non pensare a noi. Basta che se dici "sì" a Dio, fai le cose per bene e sei serio!".

Felice del figlio che parte

L'8 settembre 1995 sono entrato nella comunità saveriana di Desio (MI). Da allora fino alla mia ordinazione sacerdotale, mio papà mi ha seguito in modo discreto. Non mi ha mai detto, nemmeno una volta: "Ma quando vieni a casa?". Era felice della mia vocazione e fiero, tanto da dire a p. Sandro Parmiggiani: "Caro padre, sono felice che mio figlio diventi missionario; tanto felice da voler gridare la mia gioia sul campanile!".

Papà credeva all'importanza di condividere la fede cristiana. Sono partito per il Camerun nel settembre del 2000, per gli studi di teologia. Mi ha salutato sorridente. Sono tornato per l'ordinazione a ottobre del 2004, per poi ripartire per il Congo. Era già fragile di salute: dieci anni prima era stato operato all'intestino e si era indebolito di cuore. Però mi ha salutato con un grande sorriso, perché sapeva che sarei tornato in Africa come prete!

Lo custodisco nel cuore

Sono tornato per stargli un po' vicino. L'ho trovato molto debole e provato dalla sua cardiopatia, ma con uno spirito forte e un coraggio grande! Quello che ho vissuto con lui, sempre e specialmente negli ultimi mesi di vita, anche quando era in ospedale, lo custodisco nel mio cuore ed è là che attingo la gioia e la pazienza e soprattutto la forza per far fronte al "terribile quotidiano umano".

La mattina della sua nascita al cielo, papà Sisto era andato in macchina, da solo, al supermercato perché aveva bisogno di qualcosa per cucinare il pollo per il pranzo. Arrivò a casa verso le 9,30 del mattino, un po' affaticato ma contento di aver provato a se stesso che era ancora capace di guidare ed essere autonomo. Nel frattempo, io ero uscito per impegni, lasciandolo alle sue occupazioni. Alle 11,30 era già morto.

Con le mani sporche di sale

Lo trovai disteso in cucina con le mani sporche di pepe e sale. Stava preparando il pollo arrosto. Lo avvolsi in un lenzuolo e, aiutato da un vicino, lo trasportai sul letto nel salotto. Pensate! Papà ci ha fatto da mangiare il giorno della sua nascita al cielo e abbiamo terminato il ragù, preparato da lui, tre giorni dopo la sua morte.

Ha sempre pensato poco a se stesso. Uomo del quotidiano e amante dell'umiltà, papà Sisto ha dato da mangiare ai suoi cari fino a tre giorni dopo la sua morte. Grazie, Dio Padre, per esserti manifestato a noi dietro l'immagine e somiglianza di papà Sisto. Grazie, papà, perché a noi hai sempre dato tutto e in abbondanza.

Benedetto Dio, che ce l'ha dato. Benedetto Dio, che l'ha accolto in casa sua, a gustare per sempre la sua bontà!



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