''Signora, cosa aspetta?'', Conversazione quasi da sogno!
Passeggiando per la città, mi sono fermato davanti a una chiesa. Mi era venuta voglia di entrare per pregare un po', quando vedo una signora di una certa età che legge ad alta voce un manifesto. Le chiedo: "Signora, aspetta qualcuno?". Lei mi guarda e dice: "Giovanotto, non vede che qui ci sono scritte cose importanti?". Mi metto gli occhiali e leggo anch'io: "Convegno Diocesano". Le chiedo se mi può spiegare cosa vuol dire. Mi guarda e inizia: "In tutta la diocesi, le parrocchie, i gruppi e le persone di buona volontà stanno riflettendo sulla traccia per prepararsi al convegno".
Diventare corresponsabili
Allora mi permetto di provocarla, dicendole: "In un convegno si parla, si parla e poi... cosa rimane? La gente pensa che tutto debba cambiare, ma alla fine tutto resta come prima". Lei, un po' infastidita, mi prende la mano e la conduce sul manifesto: "Guardi qui, invece di chiacchierare. Tutti sono invitati a partecipare. Io credo - e non penso di sbagliarmi - che questa sarà la volta buona. Il nostro vescovo ci ha detto che non dobbiamo più essere solo collaboratori, ma corresponsabili. E se l'ho capito io, perché lei, che è più giovane, non lo capisce?".
Mi fermo un attimo, con un po' di vergogna per la lezione ricevuta. Poi ricomincio: "Gentile signora, ma cosa vi aspettate da questo convegno?". Intanto altre persone, richiamate dalla nostra discussione, si avvicinano interessate e ognuno vuol dire la sua.
I pensieri della gente
"Io mi aspetto che la chiesa si faccia più vicina alla gente e che i sacerdoti si mettano di più in ascolto di quello che diciamo. A volte, è difficile trovarli, sono sempre impegnati... Ma se non ascoltano loro, da chi andiamo?", dice una mamma. "A me invece piacerebbe capire meglio cosa vuol dire Gesù al mondo di oggi. Leggo il vangelo, ma non c'è nessuno che me lo spieghi. Perché non organizzare corsi di catechesi per adulti?", dice un papà. "Noi cristiani dovremmo essere quelli che, sull'esempio di Gesù, non hanno paura di lavorare con lui", ci dice una signorina di una certa età.
"Mi aspetto che da questo convegno arrivi la forza, il coraggio, la spinta a impegnarsi di più, a diventare corresponsabili nella vita della società e della chiesa. Io ci provo, ma a volte mi sento solo", aggiunge un vigile urbano. "Vorrei impegnarmi di più, magari anche andare in missione, diventare prete o suora; ma chi mi aiuta a discernere la strada giusta?", chiede un giovane.
Chi capisce la chiesa?
Il gruppo di persone stava diventando numeroso. La nostra amica cercava di spiegare a tutti il manifesto e io ascoltavo, quando un vecchietto arriva e dice: "Ma ‘sta chiesa vuole dire che certi valori sono ancora validi, o li ha dimenticati?". Tutti si voltano verso di lui, rimanendo in silenzio.
La signora del manifesto, alzando la voce, gli risponde: "Anche tu fai parte della chiesa: ti vedo sempre a Messa, al rosario e accendi la tua candela... Perché non dai il tuo contributo di saggezza e di esperienza?".
Ormai il sole cominciava a far sentire il suo calore. Li invito a prendere una granita al limone nel chiosco della villa comunale. Così mi permetto di fare ancora una domanda: "Voi capite quando parla la chiesa?". La signora del manifesto alza timidamente il dito e dice: "Ognuno di noi vorrebbe capire meglio e con parole semplici, come si può vivere giorno dopo giorno con Gesù".
Tutto è più semplice
La granita si stava sciogliendo per il gran caldo e ognuno doveva tornare alle proprie occupazioni. Ma la signora del manifesto voleva rimanere ancora qualche minuto con me: eravamo diventati amici, comunicandoci e ascoltando le cose più belle. E tutto era diventato più semplice.
"Allora, ci vediamo al convegno?", le dico salutandola. Lei non risponde, ma mi abbraccia, facendomi capire che oltre me, abbraccia e accoglie tutta la chiesa nella sua vita.