Quanto mi piacerebbe sforare il cielo e vedere come san Guido continui a voler bene alla chiesa di Gesù in terra. Di sicuro, dal cielo il santo vescovo aiuta la chiesa a purificarsi dai peccati e a diventare missionaria. Dalle diocesi italiane giungono segnali che incoraggiano a invocare l'intervento di san Guido. Da anni, noi missionari ci sentiamo dire: "Cosa andate a fare in Africa, se oggi la missione è qui?". Più recentemente è cominciata a spargersi la voce che qua e là ci sono parroci "extra-comunitari". Anche in Brianza c'è un prete senegalese.
Le diocesi cambiano assetto
Accanto a questi segnali, se ne aggiungono di nuovi a richiamare l'attenzione di ogni cristiano. A Milano, Como, Brescia, Bergamo, ma anche in altre zone d'Italia, i vescovi hanno iniziato un'importante riflessione sul nuovo assetto territoriale della diocesi. Insieme ai collaboratori più qualificati, discutono di "unità pastorali". La gente sente dire che la parrocchia va integrata nel gruppo delle parrocchie vicine, vede che la figura tradizionale del parroco è sostituita dal consiglio pastorale vicariale: un gruppo formato da tutti i sacerdoti del vicariato, i diaconi e alcuni rappresentanti laici.
Sono sempre di più i preti che provano a remare insieme, ad animare la vita cristiana nelle varie comunità pastorali, ad assicurare le celebrazioni liturgiche su tutto il territorio del vicariato, mentre i laici sono responsabilizzati in tutti gli altri settori e nei percorsi formativi della comunità cristiana.
Laici responsabili e missione
In alcuni paesi, come ad esempio ad Albavilla, la gestione dell'oratorio dei ragazzi è assicurata da laici, preparati da un'agenzia per il servizio educativo. Laici, in collaborazione con i genitori dei ragazzi, si occupano di catechesi e attività educative. Il cammino non è semplice e non è neppure questione di dibattiti politici. I preti e i laici reagiscono in modo diverso: c'è chi è disorientato e chi ritiene che i cristiani debbano vivere una fede più matura e responsabile.
Fra i tanti, c'è anche chi comincia ad usare la parola "missione" in modo nuovo. Ad esempio, "la missione non è solo nei paesi del terzo mondo, non è prerogativa dei vescovi, dei preti e dei missionari, ma è dovere di tutti, anche dei laici. La missione non significa "cose da fare", ma è energia inscritta nelle pieghe del cuore delle comunità cristiane, che le spinge a crescere e a rendere pubblica la fede in Gesù Cristo".
Una volontà di fede
Le trasformazioni nelle parrocchie e nella mentalità della gente cominciano a diventare numerose e importanti. Che le trasformazioni pastorali abbiano raggiunto un punto di non ritorno, lo si è notato anche nel maggio scorso, quando mons. Coletti, vescovo di Como, ha passato due giornate in riunione con tutti i vicari della diocesi.
Riunitisi presso la casa dei saveriani di Tavernerio hanno cercato di favorire una migliore integrazione fra le parrocchie, talora piccole e bisognose di mettersi in rete. È un impegno che va oltre le esigenze semplicemente organizzative; è una volontà di fede per scrutare quello che lo Spirito dice, oggi, alle nostre comunità cristiane.
Un santo accompagnatore
Don Angelo Riva ha scritto sul settimanale della diocesi che questo incontro getta l'ancora nell'Eucaristia del giovedì santo. Don Riva ha anche spiegato che, in fondo, il nuovo assetto territoriale della diocesi è un ritorno all'antico.
Noi saveriani vogliamo accompagnare l'incontro del vescovo con i vicari pregando mons. Conforti, un santo vescovo esperto nel "primo annuncio del vangelo", tanto simile a quello messo in atto in terra di missione, dove tutti diventano lievito del vangelo, che passa da porta a porta, da cuore a cuore.
San Guido Conforti è altamente qualificato per accompagnare mons. Coletti e tutti i vescovi in Italia che vedono albeggiare una nuova stagione del vangelo. La sua preghiera è miracolosa e ci aiuterà a propagare le unità pastorali nelle nostre diocesi.
