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Saveriani Marche: I ''grandi'' del regno di Dio

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Nell'Apocalisse san Giovanni vide e prese nota: "Apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, da ogni nazione, razza, popolo e lingua". Alcuni aspiranti di questa moltitudine li ho conosciuti anch'io nei miei safari missionari in Sierra Leone.

Il barbiere... serafico

Ho conosciuto Trimo! Serafico come un san Francesco, povero come sorella povertà, davvero un sant'uomo. Contadino da sempre, barbiere per scelta cristiana. Se santa Teresina ha potuto dire, "io nella chiesa sarò l'amore", Trimo a buon diritto può dire, "io nella chiesa sarò il barbiere".

Non è un barbiere di professione, e non fa il barbiere per profitto. I suoi pochi e antiquati attrezzi non gli permettono nemmeno di chiedere una cifra: "Mi accontento di quanto mi danno; ma ho scelto di fare il barbiere perché mentre taglio, posso parlare di Gesù ai pagani e questo mi basta".

Trimo ogni settimana si fa a piedi decine di chilometri non tanto per "rapare" teste, quanto per trovare persone disposte alla fede cristiana. Vuole trasmettere agli altri quella fede che lui ha ricevuto gratuitamente e che ha arricchito di speranza la sua vita.

Il vedovo (quasi) centenario

Nella lista dei "grandi" del Regno va inserito anche Peter. Con la sua tunica lunga, Peter ha la portanza di un tribuno romano. Soprattutto ha il fascino del santo, del cristiano in carne e ossa, irradiato dall'amore di  Cristo. Dice di avere cent'anni, ma un po' di sconto è d'obbligo in questi casi. Comunque, assicura che era già anziano quando vide per la prima volta una macchina.

È vissuto nel suo villaggio coltivando la terra e dedicandosi alla caccia con le trappole. In villaggio si è sposato e ha cresciuto la sua famiglia di nove figli, sette dei quali ancora in vita. Ci tiene a dire che ha avuto una sola moglie e quando è morta, durante la guerra, l'ha voluta sepolta nel suo orto di casa. Mi mostra con orgoglio la tomba. Gli domando: "Peter, hai mai litigato con la moglie?". "È quasi naturale, no? - mi dice spontaneamente - ma mai fuori della nostra capanna".

Ricordando la guerra, ha un momento di confusione e di dolore. "Durante la guerra siamo stati nascosti in foresta per mesi. È lì che ho perso mia moglie. In foresta ho visto nascere anche due nipoti, che purtroppo sono morti per mancanza d'acqua".

Non ha pensione, ma può godere dell'affetto di figli e nipoti. Passa il tempo seduto sotto il grande mango, confezionando con l'uncinetto i copricapo che usano i musulmani. Mentre racconta, si gira verso la tomba di sua moglie: "Mi dispiace - sussurra - che non sia più con me a condividere la gioia dei figli e dei 19 nipoti...".

Per ricambiare l'amore

Peter è stato battezzato due anni fa il 2 giugno, ma ci tiene a precisare che ha sempre creduto in Dio: "Come si può non credere, con tante bellezze e meraviglie del creato?". La sua scelta cristiana è avvenuta guardando l'immagine del Crocifisso in chiesa. "Mi sono chiesto, che cosa potessi fare per ricambiare un amore così grande per noi, e mi sono fatto cristiano. E poi, mi hanno sempre impressionato i funerali cattolici dove si parla di speranza e di vita eterna in paradiso".

Continua: "In chiesa mi piace sedermi in prima fila per ascoltare meglio le prediche e mi disturba chi fa rumore e non ascolta con attenzione la parola di Dio". Durante le confessioni fa fatica a spiegarsi con la lingua nazionale, ma usando gesti ed espressioni visive, manifesta che non ci sono angoli oscuri nella sua vita. La serenità di Peter mi ricorda le parole di Gesù: "Nel regno dei cieli i primi saranno gli ultimi, e gli ultimi i primi".

E io penso: quando sarà organizzato un concilio ecumenico di soli saggi anziani - di coloro cioè, che non hanno mai conosciuto i libri delle biblioteche - perché ci raccontino le grandezze di Dio?



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