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''San Guido, dove abiti?'' La cosa migliore: andare, vedere di persona

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Lo stile di san Guido è tale da trasformare la nostra domanda in un invito cortese: "Venite e vedete". Cosa ci impedisce allora di organizzare un pellegrinaggio insieme a voi, care lettrici e cari lettori di "Missionari Saveriani", che abbia come destinazione la città di Parma? Qui, infatti, il nostro santo vescovo si è lasciato consumare dalla passione di trasmettere a centinaia di migliaia di persone il desiderio di cercare Dio ovunque, dove esse vivevano e qualunque cosa facessero.

Parma di ieri e di oggi

Sarà un pellegrinaggio biblico, cari amici, simile a quello che Dio aveva disegnato per affezionare a sé il suo popolo, dopo che gli ebrei si erano arresi a vivere senza dignità.

Il 23 ottobre 2011, giorno della canonizzazione di san Guido, Parma, indicata fra l'altro come capitale europea del cibo, era stata attraversata dal ricordo. Ma i timori suscitati dalla crisi economica già avevano recuperato, dalla loro, l'indole dei parmigiani. Di fatto Parma continua a vivere l'eclettismo di interessi, che viveva ai tempi in cui san Guido era vescovo.

Allora la città ducale gravitava attorno a tre poli culturali: il teatro Regio, dove quelli del "loggione" erano famosi per aver ereditato l'orecchio musicale di Arturo Toscanini; piazza Garibaldi, sempre attenta all'accendersi di lotte politiche e sindacali; la cattedrale, a ricordare la bellezza del cristianesimo medioevale, nel battistero e nella crocifissione marmorea dell'Antelami che, ancora oggi, irradia struggente tenerezza.

6 maggio: pellegrinaggio alla casa di Conforti

Il pellegrinaggio, che Dio aveva disegnato per il suo popolo, lo aveva anche animato con momenti di attesa, momenti di preghiera e di festa, momenti di maggior vicinanza con lui. Così, attraverso quel pellegrinaggio, il popolo eletto acquistò una sacralità più stretta nei rapporti con il vero Dio e con i fratelli.

Il nostro pellegrinaggio entrerà in agenda il 6 maggio, quando la pianura del Po è generosa di promesse. Il percorso ci condurrà alla tomba di san Guido Conforti. Pregheremo nel suo santuario, uniti ai fedeli di Parma. Poi, la visita ai luoghi della memoria, dove sono custodite le testimonianze forti del fondatore: il Crocifisso che gli aveva parlato quando era ancora bambino; il nome, scolpito a sbalzo, del suo primo missionario morto in Cina; il quadro della Madonna della strada.

Lo sguardo oltre il torrente

Davanti alle foto di gruppo dei missionari partenti per la Cina, p. Ermanno Ferro ci spiegherà che cosa volesse dire andare in missione senza più fare ritorno. Infine, varcheremo la soglia della "sala rossa", dove san Guido aveva potuto recuperare forza e salute, nei momenti bui della sua vita. In quella "sala" dava corpo a pensieri di pace e di fede per i suoi preti, confusi dalle idee laiciste che avevano preso a circolare in Europa dopo la rivoluzione francese.

Dalle finestre della "sala rossa", san Guido spingeva lo sguardo oltre il torrente, che tagliava la città in due e schierava la gente dietro differenti bandiere. Due sole persone potevano transitare sul ponte del fiume: il vescovo di tutti san Guido e il venerabile fra' Lino, apostolo della carità di origine albanese. San Guido andava nella Parma vecchia dell'oltre-torrente anche per confessarsi.



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