Skip to main content

“Rimetti a noi i nostri debiti”

Condividi su

A primavera parte la tradizionale iniziativa della carità che si concluderà con la Festa degli amici l'ultima domenica di maggio e precisamente il 28. È una proposta che offriamo con fiducia alla generosità di tutti i nostri lettori, indirizzando loro una lettera di invito a cui vengono uniti alcuni biglietti colorati per una sottoscrizione volontaria a premi L'offerta è del tutto libera, come sempre.

Lo scopo è quello di contribuire anche noi nello spirito dell'anno 2000 e del Giubileo "a promulgare l'anno di misericordia del Signore", in cui nella Bibbia era previsto il condono dei debiti e la liberazione degli schiavi, la protezione dei deboli e la restituzione della dignità perduta. Un anno in cui doveva apparire chiaramente che tutti gli uomini sono uguali perché figli di Dio, e che tutti i beni della creazione venendo da Lui appartengono all'intera umanità e non a pochi privilegiati.

L'invito a ripristinare la giustizia sociale e a tutelare i diritti di ogni uomo suppone un grande sforzo di conversione e  rinnovamento interiore per superare ogni forma di egoismo; suppone uno sforzo di vera umiltà nel riconoscere le proprie colpe e nel chiedere perdono, nel pentimento sincero e nell'impegno della riconciliazione con tutti. Tale impegno è superiore alle nostre forze. Dio ci viene incontro con la grazia abbondante del Giubileo, con la remissione totale delle colpe e delle pene da esse scaturite, con la pienezza della sua misericordia e la gioia immensa del suo perdono.

Quando preghiamo il Padre nostro e arriviamo alla invocazione "rimetti i nostri debiti" noi non dobbiamo pensare soltanto a quei debiti spirituali che abbiamo contratto con i nostri peccati commessi nei suoi confronti. Sono anche quelli commessi contro i nostri fratelli. E non solo spirituali, ma anche materiali. Dobbiamo pensare ai "debiti reali" in cui affogano come in una palude di fango centinaia di milioni di poveri, decine e decine di nazioni del Terzo Mondo. Debiti contratti per necessità vitali di cui ora non riescono a pagare neppure gli interessi, perché a causa di un meccanismo perverso del commercio mondiale i popoli potenti e ricchi diventano sempre più ricchi, e i popoli poveri sempre più poveri. Basta l'inflazione della moneta dei poveri a far salire vertiginosamente il valore dei debiti e lo strapotere dei soldi dei ricchi.

E in tale situazione drammatica sono soprattutto i bambini che ne pagano le conseguenze. Ogni anno ne muoiono circa 13 milioni. Oltre 35.000 al giorno. Una vera strage degli innocenti che non accenna a finire. Il debito è causa di molti altri mali non meno gravi, come lo sfruttamento del lavoro minorile e la schiavitù di circa 250 milioni di bambini costretti a lavorare giorno e notte per mille lire al giorno.

"L'estrema povertà, scrive il Papa, è sorgente di violenze, di rancori e di scandali: portare rimedio ad essa è fare opera di giustizia e pertanto di pace". Bisogna convincersi che liberare i popoli dai debiti non è solo carità, ma prima di tutto è opera di giustizia. Si dovrebbe dire che quei debiti sono già stati pagati più volte, ma gli stati potenti e ricchi sono come gli usurai che esigono interessi esorbitanti da veri strozzini.

E noi cosa possiamo fare? Tante cose, come ridurre le spese personali e familiari allo stretto necessario, evitare gli sprechi nell'uso e consumo di materiali, partecipare alla campagna di riduzione e liberazione dei debiti, finanziare piccoli progetti di solidarietà. Bisogna soprattutto vincere l'inerzia colpevole e l'indifferenza. Non si deve chiudere gli occhi davanti a "queste situazioni che si estendono oggi su vaste aree sociali e coprono con la loro ombra di morte interi popoli". (Il Papa) Il tempo del Giubileo sia per tutti tempo di giustizia, di carità e di pace!



Scarica questa edizione in formato PDF

Dimensione 5303.16 KB

Gentile lettore,
Continueremo a fare tutto per portarvi sempre notizie d'attualità, testimonianze e riflessioni dalle nostre missioni.
Grazie per sostenere il nostro Giornale.


Altri articoli

Edizione di Gennaio 2017

All’origine della vocazione

Quest’anno, la comunità saveriana di Taranto ha visto vari cambiamenti. P. Antonio Senno (nella foto in basso) è l’ultimo arrivato, con una bella e...
Edizione di Maggio 2005

C’è bisogno di voi anche qui... Ma in Congo la notte fa paura!

(Da: una Volontaria) - Padre Giovanni Pes, di Scano Montiferro (OR), e fratel Guglielmo Saderi, di Sardara (CA), tornano in Congo. Padre Giova...
Edizione di Maggio 2007

p. Angelo Geremia, Ricordo: Stava bene nel sottotetto della casa

Padre Geremia, padovano di S. Martino di Lupari, è morto a Parma il 3 marzo scorso, a 67 anni. Prima di essere missionario in Indonesia, è stato in...
Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito