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Quei tre sì per sempre…

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Martedì 5 novembre, giornata consacrata al ricordo del nostro fondatore san Guido Conforti, s’è tenuta nel santuario a lui dedicato la solenne Celebrazione per le Professioni temporanee e perpetue di alcuni giovani saveriani. La Professione perpetua ha riguardato Jean Paul Majambere, Renovat Bikorimana e Pietro Rossini, che si presentano in questa pagina.

Ho 29 anni e sono burundese. La mia vocazione nasce in famiglia, dove ho imparato fin da piccolo la vita cristiana. A 7 anni, sono entrato nel movimento “Xaveri”, un gruppo che ha come patrono san Francesco Saverio. La sua storia mi ha colpito così tanto da sentire il desiderio di seguire le sue orme. Un amico mi ha invitato a incontrare l’allora animatore vocazionale dei saveriani, p. Modesto Todeschi. Nel 2008 ho iniziato il percorso di discernimento con lui, che mi ha fatto apprezzare il carisma saveriano. Nel 2011 sono entrato nella casa di formazione saveriana in Burundi. I primi tempi non sono stati semplici perché, essendo il primogenito, mia mamma non voleva che diventassi missionario.
Vorrei ringraziare, in particolare, i miei genitori che mi hanno sostenuto, p. Modesto e p. Ruben che mi hanno aiutato a conoscere la vita saveriana. Nel mio percorso, ho seguito tre aspetti imparati fin da piccolo: preghiera, fiducia e determinazione. La consacrazione definitiva nella famiglia saveriana è un dono che il Signore mi fa e coincide con il mio desiderio profondo. Provo anche un po’ di paura perché sono consapevole dei miei limiti, ma sono certo che chi mi affida questo dono-responsabilità mi conosce bene e quindi mi aiuterà a compierlo.
Jean Paul Majambere, sx

pr professi Pietro Renovat Jean PaulAnch’io vengo dal Burundi. Sono il settimo di 10 figli (6 maschi e 4 femmine) di una famiglia molto credente. Alcuni dei miei fratelli sono responsabili delle Comunità ecclesiali di base. Avevo tre opzioni: iniziare l’università, entrare nel seminario diocesano o scegliere i saveriani. Dopo una lunga adorazione di 4 ore, mi sono offerto per sempre al Signore nella famiglia saveriana. Nel 2011, è iniziata la formazione a Bujumbura, (propedeutica e filosofia). Poi è arrivato il momento di lasciare per la prima volta il mio Paese per iniziare il noviziato a Kinshasa in Congo RD. È lì che ho iniziato a sperimentare la sfida e la ricchezza di una comunità multiculturale. Infine, eccomi a Parma per gli studi teologici.
Adesso che ho scelto definitivamente di entrare nella famiglia saveriana, mi rendo conto che, in verità, è il Signore che si è consacrato per me. Perché la fede, così come l’amore, è qualcosa che si accoglie e si riceve in dono e a cui “poveramente” si risponde. Ringrazio Dio che mi ha amato da sempre, i miei genitori che mi hanno educato alla fede, i tanti confratelli saveriani e le numerose altre persone che mi hanno accompagnato in questo cammino. Grazie! Renovat Bikorimana, sx

pr professioni perpetue“Grazie” è la parola che mi risuona in mente in questi giorni. Un profondo senso di gratitudine, infatti, mi viene dal cuore per tutti coloro che mi hanno permesso di conoscere questo cammino, per quelle persone che il Signore mi ha fatto incontrare per rinnovare la scelta di seguirlo su questa strada e per tutti quelli che mi hanno accompagnato e con cui abbiamo condiviso questi primi anni insieme. Il 5 novembre ho detto “sì per sempre”. Ma chi può pronunciare queste parole senza sentirsi inadeguato? Eppure, in questo cammino con i saveriani ho capito che i voti non sono tanto un impegno che prendiamo davanti al Signore, ma un riconoscere che Lui ci ha amati, fino a donare se stesso per noi. A noi, per vivere pienamente, basta Lui.
La povertà, infatti, è segno che Gesù è la nostra ricchezza; la castità che Lui è il nostro amore e l’obbedienza che Lui è la nostra volontà. Tutto questo lo scegliamo in vista della missione: far conoscere quanto Gesù ci ha amato a chi ancora non ha ricevuto quest’annuncio.
Il motto dei saveriani è: “Fare del mondo una sola famiglia in Cristo!”. Non si tratta di utopia, ma una piccola realtà che viviamo già nelle comunità internazionali. Pensare che l’annuncio dei primi missionari provenienti dall’Europa abbia suscitato adesso lo stesso desiderio di partire nelle giovani chiese del mondo, mi dona speranza e mi fa credere che davvero questo sogno si possa realizzare. Pietro Rossini, sx



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