La veglia per i saveriani martiri
Testimoni della fede in Dio e dell’amore ai fratelli, i saveriani che hanno sparso il loro sangue per il vangelo sono ancora vivi tra noi e ci motivano per una rinnovata consacrazione missionaria.
È stata questa certezza che, venerdì 11 ottobre, ci ha spinti a celebrare la Giornata dei martiri saveriani. La veglia loro dedicata è stata condivisa con la comunità della casa di Tavernerio e con qualche amico che è venuto a partecipare con noi. La celebrazione è cominciata con un canto, durante il quale abbiamo accolto con solennità il quadro in cui è rappresentato il mondo e i 14 martiri (saveriani e saveriane). Abbiamo ricordato il loro nome e acceso le cinque candele dei continenti, per esprimere la vita che è nata dal loro sacrificio. Dopo l’atto penitenziale, la Parola di Dio parlava del chicco di grano che muore per dar frutto: una luce che ci fa capire il vero significato di un sacrificio tanto grande come quello della vita.
La missione degli Apostoli e la sua continuazione nella storia della Chiesa antica, è il modello fondamentale di evangelizzazione per tutti i tempi. Una missione spesso segnata dal martirio, come è dimostrato dalla cronaca del secolo scorso e dei primi lustri del secolo presente. Il martirio dà, appunto, credibilità ai testimoni, che non cercano potere o guadagno, ma donano la propria vita per Cristo. Essi manifestano al mondo la forza inerme e colma di amore per l’umanità. Questa viene donata a chi segue Cristo fino al dono totale della sua esistenza.
I martiri saveriani morirono per amore di Dio e dei fratelli. Siano loro, oggi, ad ispirarci per vivere con rinnovata donazione la nostra consacrazione missionaria.