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Quei mali così difficili da sradicare

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I giovani come coltivano la spiritualità?

Partecipando a riunioni e incontri, dove si scoprono sempre più cristiani. Frequentano i movimenti d’azione cattolica (MAC), i gruppi di approfondimento spirituale (GRAS) e, ogni settimana, le comunità ecclesiali di base (CEV). L’affluenza è molto elevata nel Rinnovamento dello Spirito cattolico. La Parola di Dio riveste un ruolo centrale nella loro vita. Se ne nutrono ascoltando, ogni giorno, la radio cattolica della diocesi. In questo caso, le catene radio delle sette protestanti costituiscono un problema.
La Bibbia è lo “strumento di base”. Tutti gli insegnamenti che traggono partono dalla Parola di Dio che ascoltano quotidianamente in famiglia. Oltre a ciò, seguono un programma settimanale nella comunità ecclesiale di base. Certe volte, però, la Bibbia è usata in modo improprio. I giovani sono molto attenti alle omelie. La preghiera è abbastanza praticata, anche se, a volte, i genitori si lamentano perché, in famiglia, la sera, i figli non pregano.

Partecipano alla vita comunitaria?
Attivamente e con responsabilità! Nonostante siano poveri, prendono parte ai lavori comunitari parrocchiali. In generale, le ragazze partecipano in modo più assiduo, rispetto ai ragazzi.

E il discernimento vocazionale?
Abbiamo tante vocazioni, ben animate e orientate. La maggior parte di quelle maschili (soprattutto gli studenti) desiderano diventare presbiteri. Anche tra le ragazze cristiane (in particolare le studentesse) molte si interessano alla vita religiosa. Coloro che sono in formazione vanno avanti senza troppe difficoltà. Alcune rinunciano, sia per scelta personale, sia su indicazione delle formatrici. Quasi ogni sabato si celebrano, nelle parrocchie, matrimoni cristiani.

Cosa offrono i giovani alla chiesa?
Hanno un compito fondamentale nell’evangelizzazione e sanno contagiare i loro coetanei attraverso le giornate parrocchiali, a cui partecipano in tanti, pure di altre confessioni. C’è una buona partecipazione anche alle giornate diocesane della gioventù (JDJ), ai tornei occasionali inter parrocchiali, anche questi aperti ad altre chiese. Hanno molto coraggio; infatti, partecipano alle impegnative sessioni di formazione sulla vita della chiesa e alla campagna di sensibilizzazione delle Pontificie opere missionarie. Abbiamo anche un bel gruppo di laici saveriani. Alcuni giovani, ogni anno, si offrono per aiutare nella catechesi dei bambini.

E alla società?
Nelle giornate della “salongo” (attività comunitaria per migliorare la realtà), organizzate ogni sabato mattina, i giovani risanano le strade, tappano le buche ed eliminano l’acqua stagnante, sorgente di malaria. Certe parrocchie offrono una formazione letteraria e informatica (con il centro Sky) e hanno persino una biblioteca.

I giovani incidono nei cambiamenti?
Molti di loro, vittima della globalizzazione, imitano ciecamente ciò che vedono alla televisione, cercando una vita facile. Il progresso tecnico, la relativizzazione dei buoni costumi, la dipendenza verso i mass-media senza alcun discernimento, porta molti fuori dalla buona strada.

Il futuro cosa riserverà?
Le prospettive sono molto incerte per mancanza di leadership. Il livello di studi diventa sempre più deludente, nonostante gli anni sui banchi di scuola. I titoli scolastici e di insegnamento, purtroppo, non sono più meritati, ma comprati. Nella parrocchia, molti giovani sono lontani dalle loro famiglie e vivono da amici, parenti o conoscenti. L’alcolismo e altri vizi sono diffusi: non osservanza della castità su vasta scala, furti, violenze, vendette, odio, tribalismo...



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