Per vivere il mese missionario
Insieme ai popoli e alle chiese d'Africa
Da un missionario che da trent'anni vive in prima linea, ricevo questa lettera, che volentieri condivido con voi tutti. Ci aiuterà a vivere meglio l'ottobre missionario.
Carissimo, ... raccomanda alla gente di Piacenza di vivere bene il prossimo ottobre missionario. Ricordate loro che hanno a disposizione tutto l'anno per parlare di terrorismo e di moda, delle alluvioni e dei cibi transgenici, delle ferie e degli incidenti stradali ... Ma per favore, ad ottobre stacchiamo la spina. Ottobre è il mese missionario. Abbiamo a disposizione 31 giorni per ascoltare le importanti novità che avvengono ai nostri cristiani d' Africa, che portano il peso dell'evangelizzazione.
A proposito della Giornata Missionaria Mondiale, mi ricordo che l'anno scorso in questa occasione, uomini, donne e bambini sono venuti in chiesa dai villaggi lontani per depositare ai piedi del1' altare, chi un pomodoro, chi un casco di banane, chi un uovo, chi un pugno di riso. A noi sembrerebbe poco, ma significa tanto per loro, che a stento riescono a procurarsi il cibo quotidiano. Ricordo di aver commentato dentro di me: "I nostri cristiani del Burundi sono coscienti che nel mondo c'è tanta gente nel bisogno, ed esprimono la loro solidarietà privandosi del necessario".
Terminata la Messa, il capo dei cristiani aveva portato al mercato tutti i doni raccolti, per venderli. Il ricavato l'avevamo spedito al Papa, perché lo unisse all'abbondante generosità dei cristiani di Piacenza, di Voghera, di Alessandria.
Quest'anno mi trovo a fare un nuovo commento alla Giornata Missionaria Mondiale. Tra le offerte che partono dal Burundi in occasione della giornata missionaria mondiale c'è anche una lettera, accorata e coraggiosa, che i vescovi del Burundi hanno scritto ai politici e ai cristiani del loro paese. Una lettera che cerca la sua efficacia dal riferimento diretto a Gesù Cristo.
Ho letto e riletto quella lettera. Fa riflettere molto anche me, che sono qui per insegnare chi è Dio. Dopo le drammatiche vicissitudini di questi anni, ora quasi mi ritrovo a balbettare il Vangelo. Vedo che nel cuore dei nostri cristiani africani sorgono nuove domande, che la chiesa deve prendere sul serio.
La lettera dei vescovi del Burundi offre grande visibilità al fatto che la vera forza della chiesa non sono né i vescovi, né i preti, né i cristiani. Ma è Gesù Cristo che prende parte alle sofferenze della gente e invia il suo Spirito a cambiare i sentimenti e le intenzioni, anche le più negative che covano nel cuore umano. Sempre più mi sto rendendo conto che lo Spirito di Dio trova risonanza in queste giovani chiese; capiscono che la preghiera è più potente delle armi e più forte dell'odio.
Carissimo, ti raccomando: non dimenticare di leggere questa lettera dei vescovi del Burundi. Falla conoscere nelle parrocchie della diocesi. Anche questo è un modo per essere solidali con i cristiani d'Africa. Non è una colpa nascere in una terra piena di sofferenza. E' un grande merito continuare a vivere di speranza.