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Pellegrinaggi... sotto esame

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Convegno a Torino, per saperne di più

La regione Piemonte, in collaborazione con l’università di Torino e con il centro di documentazione dei Sacri Monti, Calvari e Complessi devozionali europei, organizza un convegno internazionale dal 2 al 6 ottobre sul tema: “La bisaccia del pellegrino, fra evocazione e memoria”.

Una pratica diffusa nel mondo

La pratica del pellegrinaggio ai luoghi santi è comune a tutte le grandi religioni, pur presentando, in ciascuna di esse, caratteristiche e significati diversi. Questo importante fenomeno religioso e sociale trova la sua origine nella ricerca di un contatto più diretto con il divino o con il sacro. Diverse sono anche le motivazioni. Il pellegrinaggio, infatti, può essere compiuto con un fine spirituale, per adempiere un dovere o rispettare un voto, per ottenere benefici materiali o spirituali; liberamente, quasi per il piacere di visitare un luogo interessante, o come tradizione che si ripete in occasioni speciali.

La meta del pellegrinaggio è di solito un luogo nel quale, secondo la tradizione, si è verificata una speciale manifestazione del divino. In alcune culture il pellegrino indossa un abito speciale e osserva alcune regole di comportamento durante l’intero pellegrinaggio, mentre in altre questa pratica tende ad assumere le caratteristiche di una sorta di turismo a sfondo religioso.

Viaggi di fede e di cultura

I relatori del convegno individuano nel pellegrinaggio convergenze e diversità fra realtà culturali e religiose distanti fra loro, sia nello spazio, sia nel tempo. In particolare, pongono l’accento su due diversi aspetti del pellegrinaggio. Il primo riguarda il modo di viaggiare, poiché il pellegrino, storicamente, è una persona attenta alla complessità della realtà con la quale viene in contatto; è desiderosa di conoscere i luoghi in modo non superficiale né frettoloso; vuole immergersi nella dimensione religiosa, paesaggistica, ambientale, sociale e culturale del territorio che sta visitando.

Il pellegrino, in secondo luogo, è un portatore di fede e di cultura, poiché tende a conservare la memoria dei luoghi visitati. Spesso cerca anche di riprodurre gli edifici e l’ambiente della sua meta di pellegrinaggio; o perlomeno porta con sé un'immagine da conservare in casa. In questo modo il pellegrino cerca di conservare vicino a sé l’oggetto lontano della sua devozione, e pone le premesse per la nascita di nuove manifestazioni di pietà popolare.

Le comunità di ogni fede religiosa e i responsabili delle amministrazioni pubbliche sono chiamati a conservare e a proteggere tutti i luoghi di culto, che ogni anno sono mete di tanti pellegrini.



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