Parlare al cuore con il cuore
Mi sono preparata per questa appassionante attività. Ho cominciato con una ragazza, poi ne sono arrivate altre. Ho imparato molto. Poter toccare con mano quanto bene si può fare alle persone, quanto bisogno d’affetto, orientamento e vicinanza c’è, è stata una lezione inestimabile per la mia vita. Il Centro d’ascolto mi ha dato tantissimo. Lì ho sentito la voce di Dio, che mi ha incoraggiata ad andare avanti, sapendo che si può fare tanto bene, che si può aiutare a ricostruire una vita, parlando al cuore con il cuore (Ari).
Nel mondo dell’altro si entra in punta di piedi e scalzi. È una frase che racchiude in sé il mistero, l’impegno, la delicatezza, il rispetto, la responsabilità e un pò di timore. Ed è ciò che ho vissuto in questi mesi di volontariato. Entrare nel mondo dell’altro è un privilegio. Essere uno strumento perché la vita dell’altro cambi positivamente, è un onore. E ciò che si sente quando la persona che stiamo ascoltando fa dei piccoli passi verso il meglio, è indescrivibile (Beatriz).
Ho letto la poesia di Emily Dickinson: “Se riesco a dare a un cuore ferito un po’ di speranza, avrò fatto qualcosa di utile per un giovane”. Così ho deciso di iniziare questa avventura, con paura, certo, ma anche con la gioia di essere un cuore aperto per chi ha bisogno, confidando nell’azione dello Spirito che mi conduce. In questi mesi ho potuto constatare che in un mondo dove abbondano i mezzi di comunicazione, esiste invece un grande silenzio, una barriera che impedisce l’ascolto: nella famiglia, nella società, fra gli amici. Chi potrà ascoltarmi? Chi avrà tempo di fermarsi un attimo e rendersi conto che esisto? Chi sarà capace di non giudicarmi? A noi tutti manca il tempo di fermarci, guardarci negli occhi, ascoltarci, di aprire il cuore.
Quante volte non ho saputo ascoltare chi vive al mio fianco? Devo imparare a soffermarmi, ad ascoltare ciò che va oltre le parole, a scoprire, nello sguardo dell’altro, questo bisogno che gli fa gridare “sono qui, esisto anch’io!”. In questo cammino mi conforta vedere che giovani tristi, ansiosi, fragili, dopo alcuni incontri se ne vanno con un sorriso sulle labbra, con una scintilla di speranza. Tutto ciò mi motiva a donare qualcosa di me stessa (Magali).