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Come studenti della teologia di Parma, abbiamo partecipato al Convegno nazionale missionario dei seminaristi a Padova. Abbiamo riflettuto sul dono e la responsabilità della missione, cercando di condividere lo sguardo di Gesù, guidati dal tema del Convegno “La Messe è molta (Mt 9, 39) e grida!”.

L’evangelista Matteo delinea i punti centrali della missione di Gesù: a) Percorrere tutte le città e villaggi, cioè andare ovunque. b) Insegnare: Gesù, si reca dove la gente è riunita attorno alla fede in Dio. c) Cura ogni malattia e infermità, perché Gesù dona consolazione alla gente e si fa solidale con il sofferente. La missione di Gesù nasce dalla compassione - patire con - che prova guardando la gente che è nel bisogno. Gesù ci ricorda che la messe è pronta, anche se pochi sono disposti a raccoglierla. E, come recita il tema del Convegno, la messe “grida”! Il grido può essere interpretato come desiderio di Cristo, ma la gente soffre e grida per la sofferenza che dilaga nel mondo. Nel grido c’è però anche un desiderio di attesa che sale dalla folla e che non sa a chi rivolgersi. Gesù, davanti a questa situazione, si mette in preghiera facendosi esempio per i discepoli.

Non è la chiesa che fa la missione, ma è la missione che costruisce la chiesa. La missione è l’identità della chiesa. La prima sfida della missione è quella di abitare tutti i luoghi della nostra vita. È necessario addentrarci in questi ambiti, poiché ogni luogo è spazio dove incontrare Cristo e farlo conoscere all’altro. La seconda sfida è quella rappresentata da uno stile di reciprocità-alleanza con il superamento della missione, rivolta solo a particolari contesti sociali e geografici. La terza sfida è costituita dalla passione per Dio, per raggiungere il cuore dell’uomo.

Il nostro tempo è stato definito un’epoca di passioni tristi. Non ci si appassiona più di nulla e si è per lo più mossi dalla paura dell’ignoto e del nuovo. Davanti a un tale mondo ci si chiede: perché la missione e l’annuncio? Se a prima vista la nostra epoca sembra rifiutare Dio, essa svela una ricerca profonda del senso della vita, che si trova solo in Cristo. Gesù nella sua missione era sostenuto dalla forza della passione. La sua prima passione - segno della sua chiarezza di fondo - è il Padre e il suo Regno di amore e di vita. La seconda passione si manifesta nella compassione e condivisione per gli altri. Dare il tutto di sé (gratuità), senza aspettare niente in cambio. Gesù è mosso anche dalla passione per il futuro, senza perdere di vista la fedeltà al presente. Infine, Egli proclama che la salvezza è comunitaria perché il Padre vuole salvare tutti. Al presbitero è affidato il compito di annunciare a ciascuno che egli è amato da Dio, entrando nella logica di vita di Cristo, quella caratterizzata dallo stare con la gente, sempre alla luce dell’incontro col Padre.



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