P. Uccelli verso la beatificazione: Vita spezzata e condivisa
Il modo migliore per presentare il vangelo è una vita nella quale il vangelo si è incarnato. Padre Uccelli lo sa e dalla Cina scrive: “Noi missionari abbiamo un bel dire e un bel predicare ai pagani, ma essi voglion vedere e toccar con mano, e solo allora ci credono”.
La situazione cinese rimaneva tragica. La popolazione doveva fronteggiare ogni giorno imprevisti di ogni genere: fuggire e abbandonare la famiglia; malattie e fame; assalto di briganti e pericolo di vita. In quelle circostanze così dolorose per la sua gente, padre Pietro aveva capito che amare vuol dire condividere anche la sofferenza e persino la morte. Il servo di Dio non vuole scappare di fronte al pericolo.
Come il buon Pastore, vuol rimanere sempre con i suoi, a costo anche della vita.
Scriveva:
"La situazione è nient’altro che terribile. Il Lupo (il capo dei briganti) avanza e i pericoli crescono a dismisura. Il Mandarino è venuto ad avvisarmi di andar via. Non so come andrà a finire questo affare, ma io resto e preferisco aspettare che la volontà del Signore si compia. Dopo essere stato diverse volte sul punto di morire, bisogna che venga anche il momento di morire davvero, e quel momento sarà il meglio, spero”.
Padre Uccelli ritiene di avere una ricchezza enorme da condividere con tutta quella povera gente accanto a lui: l’annuncio del Regno, che è segno di speranza e perdono, fratellanza e condivisione. Come Gesù, anche lui percorre i villaggi, annunciando il Regno e sanando gli infermi.
Scrive:
“Questa mattina ho fatto dieci battesimi di adulti e così ho aperto una cristianità nuova che si trova attendata sulle rive del terribile fiume Giallo. Sabato prossimo andrò là per predicare un po’, per confortarli, per aiutarli nelle loro strettezze e specialmente nelle vessazioni che devono soffrire da parte dei pagani, cordiali odiatori dei cristiani.
Non si dimentichi di mandarmi medicine delle più comuni, cioè: chinino, magnesia, pillole per fare acqua disinfettante, lisoformio, pillole per la tosse, per il mal di ventre, per il mal di denti, vaseline, zolfo per far medicine contro la scabbia, qualche medicina corroborante da usare nella convalescenza, eccetera. Delle più comuni me ne mandi un bel po’ ”.
- Consigliamo ai lettori il volumetto di Augusto Luca, “Padre Uccelli, uomo di Dio” (pagine 31)
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