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P. Tomè, missionario allegro e… geniale

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Mercoledì 15 aprile, Maniago ha riaccolto per sempre, nella tomba dei presbiteri, p. Ernesto Tomè, missionario saveriano, scomparso nella Casa Madre dell’Istituto all’età di 90 anni proprio il Venerdì Santo (10 aprile). Questa è solo una delle numerose testimonianze che ci sono pervenute, dai confratelli e anche da chi l’ha conosciuto in Friuli. Ci auguriamo di poterle pubblicare nei prossimi mesi.

Nel 1952, ad appena 16 anni, ho avuto la bella sorpresa di conoscere due giovani nel seminario delle vocazioni a Poggio San Marcello (AN). Si chiamavano Ernesto Tomè e Stefano Coronese. Rettore della comunità era p. Achille Morazzoni, che mi chiese di andare in cucina a prendere la cena per i due appena arrivati. Prima di arrivare in refettorio, sono inciampato e ho fatto cadere una parte della minestra. La reazione del rettore è stata una bella sgridata, quella dei due arrivati una bella risata.

Con p. Ernesto ho vissuto un anno a Poggio San Marcello, tre a Pedrengo, tre a Desio e quattro a Parma. La sua allegria contagiava tutti, in particolare quando stava in compagnia. Un amico comune, Tonino Monteodorisio, mi ha detto: “Quante risate ci ha regalato e quante melodie ci ha fatto ascoltare con il suo violino. Che persona geniale! Era di quella bontà che ti attira ed esorta all’imitazione...”.
Molti ricordi sono legati ai vari spettacoli, messi in scena a Pedrengo (BG) con i saveriani Mascheretti e Mirandola, e poi Lanaro e Lizzit. Quasi tutte le sere, dopo cena (non avevamo la televisione), facevamo le prove. Varie rappresentazioni teatrali, dopo averle presentate alla comunità, erano proposte all’oratorio. La fama di Tomè come attore fenomenale circolava in tutta la parrocchia. Fare teatro con lui... era successo garantito. L’unico problema era che Ernesto non imparava bene la parte, ma inventava con la sua fantastica creatività… ed erano guai per gli altri attori.

Ernesto in seminario riusciva benino nelle materie letterarie, ma aveva molte difficoltà nelle materie scientifiche. P. Mogliani, nostro insegnante di matematica e scienze, era sempre molto comprensivo... All’esame finale gli propose di parlare dei pesci. Ecco la risposta dell’alunno Tomè: “Possiamo dividere i pesci in due categorie: grandi e piccoli... Come si nutrono? I pesci grandi mangiano i pesci piccoli e i piccoli si arrangiano tra loro. Conosco solo una specie, i pesci bipenne... che hanno la coda a forma di accetta”. Le risate di p. Fantini e degli altri saveriani della commissione hanno finito per contagiare anche p. Mogliani. Ecco il commento di Tomè: “Ho preso sei, per la mia grande capacità di sintesi e molta disinvoltura nell’esposizione!”.  

Negli anni della Teologia a Parma, nelle principali feste, alla fine del pranzo, non poteva mancare l’esibizione del “Trio paglietta”. Era costituito dai tre comici Tomè, Pes e Caselin. Con una musica ben animata, il cappello dei tre volava da una testa all’altra con un ritmo e una velocità fantastica. La rappresentazione durava circa dieci minuti, a cui seguiva sempre un lunghissimo applauso.

Quando p. Tomè era animatore vocazionale venne nella scuola apostolica di Macomer. Il rettore era p. Sandro Sacchetti. P. Graziano Conti, p. Alfio Perelli ed io, compagni di ordinazione di Tomè, abbiamo chiesto il permesso al rettore per presentarlo agli alunni delle cinque classi come “Prefetto degli Studi”, anche se in realtà il ruolo era di p. Amedeo Pelizzo, che non era mai venuto a Macomer. P. Sandro, conoscendo la fama di Tomè, accettò l’idea di quello “scherzo”, non parliamo dello stesso Ernesto per cui il buon umore era “pane per i suoi denti”.

P. Conti insegnava greco (dal quale Ernesto, in quanto vocazione adulta, era stato dispensato). Quando p. Tomè entrò in classe fu accolto da un cordiale battimani. P. Conti l’ha presentato agli alunni, informandolo sul programma annuale. Gli alunni stavano traducendo una favola che parlava della chiocciola che porta a spasso i pulcini. P. Tomè, con autorità, chiese solennemente ai giovani la differenza tra la chiocciola e la gallina, raccomandando l’importanza dello studio del greco. Subito dopo, entrò nella sala dove p. Perelli insegnava inglese. Fece una o due domande, ma erano sbagliate. P. Perelli sostenne che l’aveva fatto perché gli alunni si rendessero conto. Ma, durante l’intervallo, erano perplessi sulla strana visita del “prefetto degli studi”, scoprendo lo scherzo. E sono state risate a non finire.

fri Tomè Ernesto missioneDopo la partenza per il Burundi, ho parlato di lui agli alunni di una classe della scuola media statale di Macomer, nella quale insegnavo religione. Ho motivato gli alunni a compiere un gesto di solidarietà per Natale e Pasqua. Accettarono con entusiasmo la proposta e si diedero da fare nella raccolta della carta, degli indumenti, del ferro vecchio, chiedendo aiuto anche ai loro genitori. Così, attraverso la Procura di Parma, siamo riusciti a mandare, in varie occasioni, una piccola somma per la missione di p. Tomè. Lui rispondeva ringraziando e comunicandoci come aveva usato le nostre offerte. Firmava le lettere come “Zio Tom”! Quando dicevo alla classe che avevo ricevuto una lettera da “Zio Tom”, i ragazzi facevano festa.

Nell’ottobre scorso, sono stato invitato a pranzo da Gabriella Melis, una delle alunne di quella classe... Abbiamo ricordato con molta nostalgia le lettere di “Zio Tom”. Se in Paradiso c’è una “compagnia teatrale”, lo incontreremo là ad accoglierci, in quel regno che “solo amore e luce ha per confini”.

Piano ... col bambino (poesia)

Come in un lago terso
hai dato in regalo agli uomini
di gioire specchiandosi,
di ricrearsi sempre
negli occhi limpidi d'un bimbo,
"forma innocente dell'universo".

Tu che scarichi rifiuti,
non te ne andare in fretta:
potresti lasciare un piccolo Mosè
alla deriva...

Fratello, va piano a tagliare
il bananeto sulla collina:
una foglia ingiallita potrebbe
nascondere un germoglio di vita.

Venditore di mine "intelligenti"
rami umani - su teneri tronchi -
tendevano festosi alla vita:
tu li hai potati per sempre!

Poliziotto do Brasil: Attento!
i meninos de rua - da te
sterminati come topi di fogna -
hanno i tratti del suo volto!

Quando Dio volle venire tra noi,
non trovò di più che rivestire
l'inerme innocenza di un bimbo,
“tenero mistero di gloria.”

Non ucciderlo! Uccideresti Lui!

Lui morto, dove danzeremo la gioia del Natale?
Se il Bimbo non nasce - muore l'Umanità...

Il volto di Dio sulla terra
è il Bambino nato questa notte!
E ogni bimbo gli assomiglia.



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