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Il ricordo di p. Enrico Di Nicolò

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Lo scorso 11 marzo la dolorosa notizia della scomparsa di p. Enrico Di Nicolò è corsa veloce, lasciando un grande vuoto e generando un unanime cordoglio in chi lo conosceva. P. Enrico è stato figura di riferimento per la comunità saveriana di Desio e non solo. Temporaneamente si trovava nella sua terra di origine, a Porto San Giorgio, nelle Marche.

Nei ricordi di p. Valeriano Ruaro quattro sono gli aspetti emergenti della personalità di p. Enrico. 1. Era uno studioso, laureato in filosofia all’Università statale di Milano e in Teologia a Roma. 2. È stato presbitero-pastore, con un’attenzione particolare agli ammalati e al ministero della riconciliazione. 3. È stato un uomo di preghiera; nonostante gli impegni ha sempre partecipato alla preghiera comunitaria. 4. È stato l’uomo dell’amicizia e della vicinanza umana.
Classe 1939, non è mai stato in missione, ma ha vissuto nella casa di Desio per decenni, tanto da essere considerato “memoria vivente” di quel Centro missionario. L’attuale rettore di Desio, p. Emmanuel Adili, ricordandolo, dice: “Ha vissuto tutta la vita missionaria qui in Italia come insegnante e vicario parrocchiale”.

Infatti, per ben 23 anni p. Enrico ha svolto con regolarità il servizio nella parrocchia Beata Vergine Assunta e, in seguito, come vicario parrocchiale nella Comunità pastorale San Grato a Nova Milanese, di cui la parrocchia B.V. Assunta fa parte. “Tra tante cose che mi hanno colpito di lui - continua p. Adili - c’erano la chiarezza di idee, la costanza nell’andare a Nova Milanese, la sua capacità di ascolto e di incoraggiamento e soprattutto il silenzio. A quasi 81 anni, andava tutti i giorni a fare ministero. Durante l’Avvento, ha visitato tante famiglie. P. Enrico era serio e costante nella pastorale. Ha saputo conciliare la vita comunitaria (con i saveriani) e la vita della parrocchia a Nova Milanese. Rimane viva la sua capacità di osservare, di studiare, di volere andare in fondo alle cose, l’attenzione per tante persone che andava a trovare”.

de chiesa beata vergine assunta nova milanese“Nella parrocchia B.V. Assunta - ricorda don Luigi Caimi della comunità pastorale S. Grato di Nova Milanese - il suo servizio era il mercoledì mattina in confessionale fino a mezzogiorno, perché in quella zona c’è il mercato e quindi è zona di passaggio; infatti, molti novesi avevano p. Enrico come confessore. La stessa cosa il sabato e la domenica per le confessioni e per le celebrazioni eucaristiche. Visitava regolarmente gli ammalati della parrocchia e a Natale si recava anche nelle famiglie per la benedizione delle case. P. Enrico, a Nova, era figura conosciuta e stimata, uomo di cultura, dotato anche di grande buon senso, semplicità e affabilità, qualità non così comuni, che lo facevano sentire vicino a tante persone… Ha lasciato un grande vuoto, perché in tutti questi anni aveva costruito legami semplici e profondi con larga parte della popolazione novese”.

Anche le suore Ancelle della Carità di Desio lo ricordano con grande stima ed affetto. Egli è stato per parecchi anni loro cappellano: “Puntuale, ogni giorno alle ore 6.30 si presentava sulla porta per la celebrazione… Apprezzava molto il lavoro svolto nella scuola e coglieva il valore di una presenza religiosa, di una testimonianza quotidiana. Era discreto, rispettoso, puntuale, non imponeva nulla, ma era disposto a cambiare il suo stile di presenza, se avessimo espresso il desiderio di un cambiamento di abitudini…”.

Come insegnante di religione all’Istituto tecnico commerciale era stimato e apprezzato dagli alunni per le sue lezioni precise. Genitori e alunni lo seguivano volentieri, aveva il dono di semplificare le cose.
“L’insegnamento lo ha reso molto metodico anche nel suo impegno pastorale, dice p. Gianni Villa.  Se avevamo dubbi su alcuni argomenti era la persona adatta per chiarirti le idee. La gente lo cercava perché in lui vedeva una guida spirituale”.

P. Alessio Crippa di Lissone, missionario in Thailandia, racconta: “Ho passato in comunità con p. Enrico tre anni a Desio, all’inizio del mio percorso formativo. Uomo di studio e di preghiera, era in costante aggiornamento, impegnato nell’approfondimento filosofico-spirituale. Aveva sempre un libro in mano. Era una persona gioviale, a cui piaceva stare in comunità, proporre riflessioni, pronto a lasciarsi interrogare e a offrire il suo contributo. Ricordo che ci teneva a trascorrere dei momenti dopo cena con p. Pierino Regazzoli, scherzando insieme e condividendo la vita quotidiana”.

de comunità 2007Molte persone che hanno incrociato il cammino della sua esistenza portano nel cuore ricordi, aneddoti, perché è entrato nel cuore e nelle vite di tante famiglie. Tanti lo ringraziano per il bene che ha saputo donare e lo ricordano per la vicinanza anche in momenti difficili. “È così grande il bene che p. Enrico ha seminato a Nova in molti anni, che la comunità saprà fare tesoro del vangelo che ha sempre annunciato”.
Altri lo ricordano “come il proprio confessore assegnatogli per grazia”; è il caso di Alfredo Di Meglio, col quale c’era una reciproca apertura d’animo, nella fraternità.

Remigio ricorda quando p. Enrico si fermava a casa sua dopo le visite agli ammalati. “Era grande amico di chi ha bisogno di una parola di conforto; molte persone conservano nel loro cuore un suo messaggio, sempre sereno e confortante, accompagnato da una preghiera piena di spiritualità”.
Per Roberto Trevisan “P. Enrico è andato avanti, come dicono i suoi amici alpini, in silenzio, con la sua attitudine a stare sempre un passo indietro, senza mostrarsi, ma presente in ogni occasione per ascoltare gli altri”.

Tutto il bene compiuto e l’enorme servizio da lui reso non svanisce, non si disperde, ma diventa memoria certa nel perenne sacrificio di Cristo.



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