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P. Maggioni: La risposta nel congelatore, per vent'anni

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Da Bergamo a Cremona, passando per l'Africa

Lo ricordo ancora come fosse ieri. Avevo sì e no tre anni e mezzo quando, una mattina, verso le dieci e trenta, ho sentito risuonare dentro di me la chiamata del Signore. Ricordo che ero nella stanza dei miei genitori e seguivo mia madre che rigovernava il letto matrimoniale. Più ci penso e più mi rendo conto che in quel momento ho provato una sensazione di contentezza, così profonda, così pacificante, così bella, come non ne ho più conosciute in seguito.

Ma la risposta l'ho tenuta in congelatore per quasi vent'anni, fino al giorno in cui gli ho detto: "Signore, hai vinto. Verrò con te, per sempre".

Un viaggio che diventa pellegrinaggio

E sono partito, per il viaggio della mia vita. Un viaggio, un pellegrinaggio ... Un viaggio che è diventato un pellegrinaggio, in cerca di significati, di incontri sempre nuovi. La partenza per la missione: la partenza della mia vita. Quante missioni ho visitato, in tutto il mondo. Quante storie ho conosciuto!

Un giorno ho incontrato il Papa è mi ha ringraziato per il lavoro che svolgevo. Il grazie del Papa, il grazie della chiesa ... Quanti ringraziamenti ho ascoltato. Immeritati. Grazie che mi facevano intendere quanto la gente è contenta quando sente parlare di sapienza, di Dio, del vangelo, di gesti di bontà, sempre apprezzati e che nutrono l'anima.

Di villaggio in villaggio

In Congo ho camminato una settimana per visitare i catecumeni dei villaggi dispersi sulle montagne che fanno da corona al lago Tanganika. Partivo al mattino, camminavo fino al tramonto. Quando, magari all'imbrunire, varcavo la soglia dell'ennesimo villaggio, mi tornavano alla mente i racconti di quando era Gesù a compiere lo stesso gesto. I bambini gli correvano incontro giulivi.

La gente gli presentava i malati perché li guarisse. La notte i notabili del villaggio venivano a visitarlo per esporgli problemi su cui avevano meditato a lungo, contenti di misurarsi con lui. Mi sembrava che il tempo si fosse fermato. Dentro di me ero preso dalla gioia di vedere le persone contente che Dio si interessasse a loro.

Ora sono giunto a Cremona

Qui non conosco nessuno, ma so già che è il Signore, lo stesso Signore che mi ha chiamato a tre anni, per mandarmi qui. È sempre stato così, ogni volta che i superiori mi hanno detto: "Prendi la valigia e vai dove il Signore ti mostrerà".

Quel giorno, mentre arrivavo a Cremona ...

Eh no! ... Proprio il giorno del mio arrivo in questa città ho letto sul giornale il monito di Giovanni Paolo II: "Gli uomini si sono allontanati da Dio. Non cercano più Dio. E Dio, come al tempo dei profeti, li sta abbandonando a se stessi ... ".

Quanto mi ha fatto male quel monito! Anche perché ricordo i discorsi positivi di questo Papa quando, ancora giovane, alzava la voce per invitare tutti: "Spalancate le porte a Cristo". E proprio a lui tocca adesso denunciare il fatto che gli uomini hanno preso la strada che li allontana da Cristo.

A chi posso raccontare questa sofferenza intima, se non conosco nessuno? Io che, nel mio piccolo, ho visto fiumi di giovani e di anziani felici perché avevano sentito parlare, una volta in vita loro, della bontà e della storia umana di Gesù Cristo, il Figlio di Dio venuto sulla terra ...

Vorrei incontrare qualcuno

Quanto mi piacerebbe incontrare qualcuno con cui parlare apertamente di queste cose, che mi stanno tanto a cuore. Qualcuno che si unisse a me nel cercare di fare qualcosa perché Dio, il cuore di Dio, non si stanchi di questa povera umanità disastrata, e  del mondo, che è la casa dove ogni figlio dell'uomo cresce...

Non so ancora perché il Signore mi abbia chiamato a Cremona, che è divenuta la mia città, la mia diocesi. Ma, intanto, comincio il mio cammino qui, pensando che sarebbe bello informare tutti, con garbo ed educazione, ma con piena partecipazione del cuore, che "far stancare Dio non è cosa bella".



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