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Giappone: Il dialogo interreligioso del Seimeizan

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Visitatori e pellegrini in preghiera per la pace

In novembre, abbiamo celebrato il 15° anniversario di fondazione di questa casa di preghiera e di dialogo. Anche lo scorso anno, molte persone sono venute a visitarci o a stare con noi qualche giorno. Vorrei ricordare tutti per nome, ma non è possibile.

Ne menziono soltanto alcuni. Il gruppo più numeroso è stato certamente quello della parrocchia della cattedrale di Fukuoka, venuto in pellegrinaggio al Seimeizan. Era un bel gruppo di 46 pellegrini. La persona che si è fermata più a lungo è stata la signora Hildegard Solli, venuta dalla Norvegia. È rimasta con noi per quattro mesi.

Tra i tanti altri gruppi venuti  a visitarci, ricordo soprattutto quello dei cinque giapponesi candidati al diaconato permanente, venuti da Okinawa, con il loro vescovo mons. Oshikawa. Sono venuti per fare gli esercizi spirituali in preparazione all'ordinazione. Dall'estero, invece, sono venuti mons. Giuseppe Andreozzi, direttore dell'Ufficio nazionale italiano per la collaborazione missionaria tra le chiese, ed alcuni suoi collaboratori.

Desidero inoltre menzionare alcuni altri gruppi. In particolare, il gruppo che si riunisce ogni secondo giovedì del mese per una giornata di ritiro; i gruppi che hanno partecipato alle "tre giorni" che teniamo, periodicamente, su terni come "la meditazione 'Zen e il mistero della croce" e "la Messa e la cerimonia del tè".

Gli appuntamenti del dialogo per la pace

Accanto a queste attività, sono continuate anche quelle di dialogo interreligioso, specialmente con il "gruppo di dialogo" di Kumamoto. Abbiamo fatto incontri presso i templi buddisti: il Sainenji del venerabile Ide, "Buddismo della Terra Pura" e il Kyomizudera del venerabile N abeshima, Buddhismo Tendai ed altri.

Altri incontri si sono svolti presso le sedi di altre tradizioni religiose, come l'Omoto, un ramo dello Shintoismo con accento monoteistico. Il momento culminante di tutte queste attività di dialogo è stato, anche lo scorso anno, l'incontro di preghiera per la pace, tenutosi in ottobre al nostro centro del Seimeizan.

È stato il quinto incontro annuale per la pace. Vi hanno partecipato rappresentanti di sei diverse tradizioni religiose con le quali, in questi anni, abbiamo stretto rapporti di amicizia. Anche lo scorso anno, come già due anni prima, quest'incontro è stato onorato dalla presenza di mons. Felix Machado, sottosegretario del pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso.

Il dialogo per il regno di Dio

I1 nostro servizio al dialogo interreligioso ci richiede anche di partecipare a diversi incontri, sia a livello locale e nazionale, sia a livello internazionale. Tra questi, desidero ricordarne due in modo particolare: l'incontro bimestrale del gruppo di studio della università Seinan di Fukuoka e la tre giorni annuale del gruppo "Zen e Cristianesimo".

A settembre ho partecipato all'incontro dei consultori asiatici del pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, che si è  tenuto a Suwon, in Corea. Con me, ha partecipato dal Giappone anche padre Pietro Sonoda, dei francescani conventuali.

Anche ora che è stato eletto superiore delle comunità francescane in Giappone, egli continua la sua preziosa collaborazione al dialogo interreligioso e alle attività del Seimeizan. P. Pietro e la sorella saveriana Maria De Giorgi hanno preso parte, a Palermo, all'incontro internazionale "Uomini e Religioni", organizzato dalla Comunità di S. Egidio.

Tutti e tre, poi, su invito del pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, siamo intervenuti al terzo colloquio internazionale tra buddhisti e cristiani, tenutosi a Tokyo dal 29 settembre al 3 ottobre del 2002.

L'impegno culturale

Un altro servizio che rendiamo al dialogo tra le religioni è quello di scrivere articoli ed approfondimenti per varie riviste che ce ne fanno richiesta. Lo scorso anno i contributi scritti sono stati una decina. Tra tutti, due mi sembrano particolarmente significativi:

- "Il Tannisho visto da un cristiano", articolo apparso sulla rivista buddhista giapponese Daihorin.

- "Shintoismo. La via degli Dei. La religione autoctona del Giappone", articolo pubblicato sul numero 31 della rivista Sette Religioni 2003.

Il nostro grazie e il nostro impegno

Ringrazio Dio perché ci ha protetto e guidato in questo cammino. A nome di tutti, voglio esprimere anche la nostra riconoscenza ai tanti amici e benefattori che ci sono stati vicini in tutti questi anni.

Queste brevi notizie vogliono essere un modo per rispondere alle loro attese di conoscere le nostre attività. Sono anche un modo per sollecitare la preghiera di tutti, perché il nostro impegno di dialogo con le diverse tradizioni religiose possa continuare e soprattutto perché, attraverso di esso, possiamo preparare la venuta del regno di Dio.

Seimeizan – Montagna della Vita

Sulle colline di Kikusui, nell'isola di Kyushu, in Giappone, sorge una casa di preghiera. È il centro di dialogo interreligioso del Seimeizan. Il centro del dialogo inizia dall'incontro prowidenziale di due persone: il compianto monaco buddhista Furukawa e il missionario cattolico Franco Sottocornola. Condotti dallo Spirito e animati dalla passione per il dialogo, essi danno vita ad una esperienza significativa nell'attuale contesto della società culturale e religiosa del Giappone.

La piccola comunità cristiana del Seimeizan vive in stretta collaborazione con un tempio buddhista, situato nella vicina città di Tamana, dedicato alla memoria di un missionario cristiano, il dottor Albert Schweitzer.

La vicenda di queste persone che compongono questa singolare comunità, appare come un simbolo delle aspirazioni di tanti che vedono nel dialogo e nella collaborazione tra le varie tradizioni religiose una condizione indispensabile per la pace e l'armonia tra i popoli.

Il teologo Carlo Molari così scrive: "I sentieri che si intersecano sulla collina del Seimeizan, fanno parte di una avventura molto più ampia ed estesa. Sulla "Montagna della vita", un'alba nuova si leva come piccola luce per un grande cammino; una nuova trama di vita viene intessuta per l'intreccio di una grande storia già incominciata".

Un altro parere autorevole viene da padre Gabriele Ferrari che, come superiore generale dei saveriani, aveva seguito ed incoraggiato l'incontro provvidenziale dei due uomini appassionati di dialogo. "Ho potuto vedere che il loro modo di dialogare e la loro convivenza erano costruiti sul rispetto della verità, ma ancor più sulla comunione della ricerca della verità e sulla carità. Li ho visti pregare insieme; li ho visti insieme lavorare per guadagnarsi il pane; ho potuto rendermi conto che insieme davvro cercavano tutto quello che li poteva unire" .



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