Skip to main content

Non armi, ma fiducia reciproca

Condividi su

Papa Francesco, in visita all’ambasciatore russo in Vaticano, aveva manifestato tutta la sua inquietudine sugli scenari di guerra che si stavano aprendo. “La pace di tutti è minacciata da interessi di parte (…) Vorrei appellarmi a quanti hanno responsabilità politiche perché facciano un serio esame di coscienza davanti a Dio, che è Dio della Pace e non della guerra, il Padre di tutti e non solo di qualcuno, che ci vuole fratelli e non nemici”. E in una videoconferenza con il primate di Russia Kirill, quasi rispondendo al patriarca che aveva dichiarato giusta questa guerra, papa Francesco ha dichiarato: “Le guerre sono sempre ingiuste. Perché chi paga è il popolo di Dio. I nostri cuori non possono non piangere di fronte ai bambini, alle donne uccise, a tutte le vittime della guerra. La guerra non è mai la strada. Lo Spirito che ci unisce ci chiede come pastori di aiutare i popoli che soffrono per la guerra”.

Quando non si rispetta la logica della fraternità si piomba in quella del dominio, del potere del più forte, di colui che si impone sugli altri. Assoggettare chi è diverso manifesta sicuramente sintomi di paura suscitati dall’impulso di autoconservazione, da parte di chi vuole dominare tutto intorno a sé. Ma può anche manifestare sintomi di malattia di chi, ossessionato dalla sicurezza, vede gli altri come nemici e non più come interlocutori. E in questo caso il pericolo si aggrava se il potere è nelle mani di un singolo uomo.

Per evitare le derive del potere, papa Benedetto XVI, nella sua Enciclica Caritas in veritate, auspicava con urgenza “una vera Autorità politica mondiale”, già invocata da papa Giovanni XXIII. “Una simile autorità - scriveva Benedetto XVI - dovrà essere regolata dal diritto, attenersi in modo coerente ai principi di sussidiarietà e di solidarietà, essere ordinata alla realizzazione del bene comune, impegnarsi nella realizzazione di un autentico sviluppo umano integrale ispirato ai valori della carità nella verità. Tale Autorità inoltre dovrà essere da tutti riconosciuta, godere di potere effettivo per garantire a ciascuno la sicurezza, l’osservanza della giustizia, il rispetto dei diritti” (67). Il primo compito di questa autorità sarà dunque prendersi cura delle situazioni di conflitto già esistenti, per trovare quella riconciliazione che assicura la pace per tutte le parti.

Papa Francesco, come i suoi predecessori è convinto che la Pace si costruisce con la Pace e non preparando la guerra. Questa è sempre una falsa risposta, che aggiunge nuovi fattori di distruzione al tessuto sociale nazionale e internazionale. La guerra è diventata una minaccia costante ed è sempre più difficile trovare il cammino verso la Pace (cfr. Fratelli Tutti 256). Lo evidenzia la proliferazione di conflitti sulla faccia della terra. “A tal fine bisogna assicurare il dominio incontrastato del diritto e l’infaticabile ricorso al negoziato, ai buoni uffici e all’arbitrato, come proposto dalla Carta della Nazioni Unite, vera norma giuridica fondamentale” (FT 257). Questo cammino, continua il papa, “esige di non mascherare intenzioni illegittime e di non porre gli interessi particolari di un Paese o di un gruppo al di sopra del bene comune mondiale” (FT 257). Andare oltre questi principi vuol dire scatenare “forze incontrollabili che danneggiano gravemente le società, i più deboli, l’ambiente e i beni culturali, con perdite irrecuperabili per la comunità globale” (FT 257).

L’equilibrio mondiale, allora, non deve essere basato sulla paura dell’altro che mina alla base le relazioni tra i popoli. La deterrenza armata dà l’illusione della sicurezza, ma in realtà aumenta la frustrazione e la rabbia nei confronti di chi ha più mezzi per dominare. Questa deterrenza, tra l’altro, ruba energie e risorse che potrebbero essere meglio investite per il benessere di tutti, soprattutto dei più poveri. Costruire la fiducia reciproca, il dialogo, la ricerca del bene comune è sicuramente la via autentica verso la Pace e questo richiede un disarmo totale a livello militare, ma anche politico, economico e culturale.



Scarica questa edizione in formato PDF

Dimensione 2329.16 KB

Gentile lettore,
Continueremo a fare tutto per portarvi sempre notizie d'attualità, testimonianze e riflessioni dalle nostre missioni.
Grazie per sostenere il nostro Giornale.


Altri articoli

Edizione di Aprile 2018

L’affetto accorcia le distanze

Emozionante. Questa è la parola che racchiude tutto quello che ho visto e vissuto in India. Un’emozione continua, diversa in ogni istante, una real...
Edizione di Aprile 2021

3/2021 Bangladesh: Aiuto ai disabili di Asharbari

Carissimi amici, ho proprio bisogno di voi. Da tanti anni offro la mia testimonianza missionaria ai musulmani del Bangladesh, facendo tutto quello ...
Edizione di Marzo 2012

La soluzione per ogni problema, 80 anni di p. Angelo Berton /2

Continuando la lunga storia missionaria di p. Angelo, nel 1981 egli viene richiamato in Italia ed è destinato alla casa saveriana di Cagliari. Qui ...
Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito