Nella Calabria degli anni ‘50
Al cine-teatro “Odeon” di Reggio Calabria, la compagnia “La Bottega Teatrale di Giangurgolo”, diretta da Oreste Arconte, ha portato in scena “I Polifroni-Storia di una ricca famiglia reggina”, un riadattamento drammatico del romanzo di Saverio Strati “La Conca degli aranci” del 1986.
Quei problemi sociali di ieri…
Arconte ha riportato sulle scene uno spaccato di vita della provincia reggina degli anni cinquanta, quando era già ben visibile la transizione dal vecchio al nuovo. Tra i gravi problemi sociali della nostra terra sono stati ricordati l’abbandono delle terre, la politica ormai spoglia di ogni connotazione romantica di impegno responsabile verso gli altri che diviene “fonte di reddito” e la collusione con uomini privi di scrupolo che agiscono nell’illegalità.
Il regista ha scrutato in profondità l’animo dei suoi personaggi. Essi sono bene rappresentati dalle convincenti interpretazioni di tutto il cast. Nella rappresentazione sono bene rimarcate anche le rigide divisioni sociali e la condizione della donna.
La cultura strumento di formazione
Oltre al regista e agli attori, il successo del lavoro è anche frutto del lavoro di chi s’è dato da fare dietro le quinte. Il numeroso pubblico ha accolto favorevolmente la rappresentazione. Il rettore del seminario di Reggio Calabria, don Salvatore Santoro, nel ringraziare la compagnia teatrale per il gesto di solidarietà, ha più volte ribadito la grande importanza della cultura quale strumento di formazione, nel processo di evoluzione della società e soprattutto la necessità di produrla e comunicarla con ogni mezzo.
Oreste Arconte ha bissato, dunque, il successo ottenuto con la rappresentazione “Servo inutile”, in cui ha raccontato il pensiero e l’opera apostolica del vescovo Aurelio Sorrentino. A lui e alla sua compagnia l’augurio di nuovi successi.
Il ricordo è andato anche al grande scrittore Saverio Strati, che il 9 aprile 2014 moriva a Scandicci di Firenze, portandosi nel cuore la sua amata Calabria.