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Ho ricevuto una lettera molto bella da un amico che sta donando gli anni migliori della sua vita per la causa missionari a. Ci siamo conosciuti quasi per caso nel 1995. L'ho portato con me per una visita veloce in Amazzonia, dove ho lavorato per 15 anni. È rimasto colpito da quello che ha visto. Non ha saputo resistere all'invito del Signore che lo chiamava a lavorare tra i "meninos de rua" nella città di Abaetetuba (Brasile nord). Ora si trova là da due anni e mezzo prendendosi cura di oltre 1000 bambini di strada. Con loro e per loro ha già programmato di trascorrere ancora due anni. Questi bambini sono diventati la passione della sua vita. L'amico, tra l'altro molto giovane, si chiama Andrea Franzini. Mi ha mandato la sua esperienza del Natale scorso vissuto con un gruppo di famiglie in un campo di assestamento. Lascio a lui la parola.

"La vigilia di Natale abbiamo organizzato un momento di preghiera nell'assestamento delle famiglie dei "senza terra" nella fazenda di Bacurì a 100 km da Bélem, dato che non avevamo a disposizione un sacerdote, per accogliere in mezzo a noi Gesù Bambino. Purtroppo la pioggia non ci è stata amica ed ha continuato a cadere pesantemente tanto che alle 22.00 l'ora prevista per l'inizio del nostro incontro, non c'era nessuno.

Non ci siamo persi d'animo, ma siamo andati ad invitare una per una tutte le famiglie dell'accampamento. Alle 23.30 la baracca era gremita di persone. Alla luce delle candele abbiamo cantato e letto il Vangelo che racconta la nascita di Gesù. Abbiamo anche discusso insieme sul fatto che Gesù nasceva anche qui in mezzo a noi, nell'accampamento e non sulle tavole imbandite e piene di regali dei grandi ricchi.

Vedendo come Gesù è nato a Betlemme, ci siamo resi conto che Lui era davvero presente in mezzo a noi. E ci stava volentieri. Abbiamo poi utilizzato un pane fatto in casa per simboleggiare la vita, quella buona e vera, che Gesù ci stava portando proprio in questo giorno speciale della notte di Natale.

Poi il gruppo dei giovani ha drammatizzato la nascita di Gesù. Posso dire che è stato davvero un momento in cui abbiamo quasi "toccato" la presenza del Signore in mezzo a noi. Abbiamo cantato con gioia e con entusiasmo e poi ci siamo dati un abbraccio di pace e di compromesso per sentire sempre di più ogni fratello vicino e disposto ad amare la vita fino in fondo.

Abbiamo poi ricordato i momenti più importanti e dolorosi di questo 1999 in particolare la sentenza che ha assolto gli assassini del massacro di Eldorado do Carajàs (quasi venti persone). Sono stati ricordati molti fratelli che sono stati arrestati ed anche uccisi colpevoli solo di avere rivendicato il diritto alla vita.

Dopo la celebrazione c'è stato un momento di familiarità: abbiamo mangiato insieme quello che le varie famiglie avevano preparato poco prima. Non nascondo che la fatica e i disagi non sono stati pochi, ma la gioia che ho sperimentato è stata tantissima e anche indicibile. Sì, posso davvero affermare che è stato uno dei Natali più belli della mia vita".



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