L’abbazia di Sant’Ellero
Il Giubileo della misericordia appena terminato mi ha portato all’abbazia di Sant’Ellero, quest’anno chiesa giubilare. Ellero viveva in una grotta (forse dove si trova oggi il suo sepolcro), e pregava in una chiesetta adiacente, procurandosi il vitto col proprio lavoro. Nel 497 d.C. iniziò a costruire l'abbazia che porterà il suo nome.
Questa, nel medioevo, avrà la giurisdizione di 40 parrocchie disseminate sull'Appennino tosco-romagnolo. Nell’anno 496 il ravennate Olibrio, dopo la morte della moglie, scelse la vita monastica con Ellero, portando in dono un piccolo terreno delle vicinanze, da lavorare. Ellero morì presso il cenobio da lui fondato, il 15 maggio 558, all'età di 82 anni.
La statua-colonnina di sant’Ellero è esposta al Metropolitan Museum of Art di New York, fin dal 1908. Raffigura il santo con in mano un rotolo in latino che ricorda la donazione di Teodorico (quel terreno) al santo.
Sant’Ellero fu uno dei primi monasteri d'Occidente, del quale è rimasto, accanto al santuario, un piccolo edificio, adatto a scampagnate per gli scout.
Dietro, si trova la cellina con un foro di 25 cm di diametro. Secondo un’antica tradizione, il pellegrino pone il capo nel buco intagliato nella roccia e si mette a sedere sul sedile di pietra, per prevenire mal di schiena e mal di testa.