Algeria: il vangelo nel deserto. Nel cuore del Sahara algerino vivono alcuni missionari cattolici impegnati, giorno dopo giorno, a costruire il dialogo con la comunità musulmana. “I musulmani hanno una fede solida e profonda. Dobbiamo cercare nell’amicizia e nella solidarietà quel terreno comune dove poter far germogliare i semi del confronto. Non siamo interessati a fare proselitismi, ma solo immergerci nella quotidianità di questo Paese”.
Oggi in Algeria i cattolici sono circa 3 mila (compresi i numerosi occidentali che lavorano nei cantieri delle società petrolifere), lo 0,01% della popolazione. Vi sono 4 diocesi, con 37 parrocchie; i sacerdoti sono un centinaio, circa 180 le religiose. È una chiesa piccola ma robusta, che ha dovuto affrontare prove difficili e momenti drammatici. Padre Thiriez, per lungo tempo responsabile della missione di Ghardaya, ha detto che prima di parlare di dialogo bisogna conquistarsi la fiducia e l’amicizia della gente. Il vescovo di Algeri, mons. Teissier, ha avvertito che il rapporto con l’islam sarà la sfida del nuovo millennio: “Sarà un incontro-scontro, ma ci arricchirà reciprocamente”.
Mons. Belo in Mozambico. Mons. Felipe Belo, vescovo salesiano del Timor Est e premio Nobel per la pace, andrà missionario in Mozambico. Nel novembre 2002 mons. Belo aveva chiesto al Papa di essere esonerato dalla responsabilità di amministratore apostolico di Dili (Timor Est) per motivi di salute. Ora che si è ristabilito, si trasferirà in Mozambico e lavorerà nella diocesi di Maputo, inserendosi in una comunità salesiana. In questo modo potrà continuare a dare il proprio contributo all’evangelizzazione, testimoniando il vangelo con l'impegno per la giustizia e lo sviluppo.
Bari: festa dei “ragazzi missionari”. Erano più di 5.000 i partecipanti alla prima “Festa regionale dei ragazzi missionari” che si è svolta a Bari. I giovani, compresi tra i 9 e i 14 anni e provenienti da tutte le diocesi della Puglia, sono arrivati nel capoluogo pugliese con i “treni missionari”. Hanno scelto il treno per meglio incontrarsi tra di loro durante il tragitto. Ogni carovana si è presentata con canti, balli ed esibendo un cappellino colorato che rappresentava i cinque continenti. Dopo aver partecipato alla Messa dei popoli, i ragazzi si sono riuniti in gruppi e hanno scritto le preghiere che sono state deposte sotto un baobab.
In Africa il baobab è considerato l’albero della comunione perché per abbracciarlo sono necessarie tante persone. All’offertorio, insieme al pane e al vino, sono stati portati all’altare anche la bibbia, le catene, il filo spinato e una pistola: la Parola di Dio spezza le catene, infrange le divisioni, disarma in favore della pace.
UNA STORIA SPECIALE
Franco Demarchi, un amico della Cina. Il 2 febbraio scorso è morto a Trento mons. Franco Demarchi, già docente di sociologia all’università di Trieste, alla Cattolica di Milano e alla facoltà di sociologia di Trento, della quale fu tra i fondatori.
Lo ricordiamo non solo per la cordiale amicizia verso i saveriani, ma specialmente perché fu tra i primi in Italia ad aprire un dialogo con la Cina, già dagli anni sessanta. Avviò un’intensa attività di scambi culturali, culminata nel 1973 nella fondazione della rivista trimestrale “Mondo cinese” che egli anche diresse. Pubblicò con Giorgio Melis, nel 1979, a cura delle edizioni paoline, un’enciclopedia su “La Cina contemporanea”. Compì una ventina di viaggi in Cina per scambi culturali e promosse borse di studio per studenti cinesi in Italia. Oggi nel parlamento cinese e in varie municipalità siedono alcuni suoi ex studenti, che da lui hanno appreso ad amare l’Italia e ad apprezzare la religione cristiana.
Fondamentale fu il suo impegno a far ripubblicare le opere del grande missionario trentino del 1700, il gesuita Martino Martini, autore di un Atlante cinese, comprendente la descrizione minuziosa di tutte le province della Cina, e un De bello tartarico, altrettanto famoso.
p. Augusto Luca, sx.
