Messaggi dalle chiese: Ascoltare e toccare la Parola
Dal discorso del Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I al Sinodo dei vescovi.
Missione ed evangelizzazione rimangono un dovere permanente della chiesa in ogni tempo e luogo. La chiesa ha bisogno di riscoprire la Parola di Dio in ogni generazione e di farla emergere con rinnovato vigore e persuasione nel nostro mondo.
Il dovere di evangelizzare, naturalmente, sarebbe molto intensificato e rafforzato se tutti i cristiani potessero portarlo avanti con una sola voce e come chiesa pienamente unita. "Ascoltare, contemplare e toccare la Parola di vita" (1 Gv 1,1) non è una nostra facoltà o un nostro diritto di nascita come esseri umani, è il nostro privilegio e dono come figli del Dio vivente. La Scrittura è stata recepita sempre come una realtà viva e non come un libro morto. Non è stata trasmessa meccanicamente, ma comunicata di generazione in generazione come una parola viva. Nel silenzio come nelle affermazioni, nella preghiera come nell'azione, la Parola divina si rivolge al mondo intero senza nessun privilegio o pregiudizio di razza, cultura, sesso e classe.
La Parola di Dio trova la sua piena incarnazione nel creato, soprattutto nel sacramento della Santa Eucaristia. È lì che la Parola si fa carne. Nella Santa Eucaristia la Parola ascoltata viene allo stesso tempo vista e condivisa, poiché il fine della Scrittura è la proclamazione del Regno. Nell'Eucaristia, la Parola e il sacramento diventano un'unica realtà.
La parola cessa di essere "parola" e diventa una "Persona", incarnando in sé tutti gli esseri umani e tutto il creato.
Tuttavia, al fine di rimanere fedeli alla vita e alla missione della chiesa, noi stessi dobbiamo essere cambiati dalla Parola. La sfida è il discernimento della Parola di Dio di fronte al male. Mentre lottiamo per riconoscere la potenza della Croce, incominciamo ad apprezzare che ogni atto di giustizia, ogni scintilla di bellezza, ogni parola di verità possa gradualmente erodere la crosta del male.