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Le comunità di base in Sierra Leone

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Le Comunità di base in Africa, da noi chiamate “Small Christian communities” (piccole comunità cristiane) e centrate sulla parola di Dio, hanno fatto molto parlare di sé. Sono formate da gruppi di alcune decine di persone, che si trovano regolarmente a leggere, pregare, riflettere sulla scrittura per approfondire la fede e imparare la buona vita del Vangelo e così diventare comunità vive, unite nella fede e nella testimonianza.

Questo è quanto abbiamo cercato di fare a Holy Cross (Santa Croce), in Sierra Leone, dopo un periodo iniziale di assestamento. Abbiamo diviso l’intera parrocchia in 12 zone, abbiamo individuato i responsabili, i leaders - uomini e donne - e introdotto il metodo di lettura del Vangelo chiamato ‘dei sette passi’ (seven steps method), molto popolare in Africa.
Potremmo sintetizzarlo così:
1. preghiera spontanea, partecipata, di apertura
2. lettura del brano di Vangelo
3. selezionare e dire ad alta voce una o qualche parola del brano, senza commento
4. riflettere in silenzio, tenendo in mente due domande: che cosa mi dice questo testo? Che cosa dice a noi/comunità?
5. condividere spontaneamente le riflessioni
6. cercare insieme come attuare e vivere quanto il Signore ha ispirato
7. preghiera di chiusura partecipata.

In Africa, c’è molta semplicità e spontaneità nel condividere sia la preghiera sia le riflessioni. È una gioia preziosa mettersi in ascolto di quanto esce dal cuore di tanti fratelli e sorelle nella fede. È un’esperienza che ti tocca profondamente, ti illumina e rende fratelli. L’esperienza delle piccole comunità di base non ha avuto difficoltà ad affermarsi e a creare continuità. Il catechista ed io cercavamo, separatamente, di essere presenti in vari gruppi zonali. Gli incontri si tenevano di solito la sera.

Questo cammino ha portato all’idea che la parrocchia doveva essere una comunità di comunità. Certo non si è mai smesso di desiderare la nuova chiesa di pietre, bella e accogliente. La ‘scuola polverosa’ era troppo piccola e insufficiente per la nuova parrocchia di Holy Cross, ma bisognava costruirla insieme, col sudore e il contributo di tutti i membri. Ma com’era possibile costruirla con i soli sforzi di una comunità povera di periferia? Allora, ecco l’idea di coinvolgere anche gli amici e benefattori italiani per una certa percentuale e affidare il resto ai sacrifici della comunità. Non fu facile, come potete immaginare… Tuttavia, la nuova chiesa è arrivata dopo 5 anni. La comunità fece la sua parte. Ora possono dire con soddisfazione che la chiesa l’abbiamo costruita insieme.



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