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Solmi: ''Siamo sulla stessa barca!''

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Domenica 20 gennaio, si è radunata nel nostro santuario San Guido Conforti, l'assemblea annuale dei religiosi e delle religiose. I religiosi si erano interrogati su cosa essi offrono alla diocesi e su cosa si attendono da essa. È il vescovo stesso, mons. Enrico Solmi, a parlare dall'argomento, dopo aver ricevuto varie risposte dai religiosi.

Le attività dei consacrati

Sono molte le attività che i consacrati offrono, ciascuno secondo il carisma del proprio istituto: l'opera educatrice, dalla scuola materna alle superiori; l'assistenza ai malati negli ospizi e ai carcerati nelle prigioni; l'accoglienza ai bisognosi di cibo e di alloggio (mense dei poveri e dormitori); il catecumenato degli adulti; la collaborazione per il lavoro tra gli immigrati...

Suor Tilla, in rappresentanza delle suore, fa sapere con voce discreta che ci sono anche loro, anche se non mettono in risalto tutto ciò che fanno con dedizione ammirevole in quasi tutti i campi dell'assistenza sociale, della catechesi e della collaborazione nei vari enti diocesani, come la Caritas.

Fra' Vittorio Schiavetti, segretario della conferenza dei religiosi (CISM), ricorda il contributo, invisibile e prezioso, delle suore contemplative, come le cappuccine e le carmelitane. Anche gli istituti secolari che lavorano nelle parrocchie svolgono un'opera preziosa, come il lievito nella pasta, senza dare nell'occhio.

Amore e responsabilità

Il vescovo ha richiamato l'incontro tra Gesù risorto e Pietro sulle rive del lago. Gesù domanda: «Pietro, mi ami tu più di costoro?». Pietro risponde: «Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene». Gesù gli dice: «Pasci le mie pecore». "Amare e pascere sono collegati", continua il vescovo.

"Cosa chiedono i religiosi alla diocesi e cosa danno? Amore e azione pastorale. Chiedono al vescovo di essere aiutati nella loro vita spirituale, a crescere nell'amore; e offrono la loro collaborazione nell'attività pastorale". Il vescovo ha espresso stima e riconoscenza per l'opera dei religiosi e delle religiose nella chiesa di Parma. "Siamo sulla stessa barca", egli dice. E nelle difficoltà esorta a pensare: "Siamo nelle mani di Dio, siamo in buone mani".

Il convegno si è concluso con il canto del Magnificat, in unisono con Maria, che per prima rivolse a Dio questo inno di lode e di grazie.



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