La Romagna nel cuore
Non ho mai dimenticato S. Pietro in Vincoli, dove sono stato economo in noviziato dal 1965 al 1968. Come dimenticare una terra che mi ha accolto come un figlio, e dove mi sono trovato come a casa mia? La gente romagnola ha il cuore in mano ed è capace di vera amicizia. È stata un’esperienza magnifica, soprattutto a contatto con la generosa gente romagnola.
Tutte le volte che sono rientrato in Italia dal Congo, dove ho vissuto per 38 anni, non ho mai mancato di rivedere la terra che mi aveva accolto così bene. La gente romagnola va all'essenziale e sente il gusto di vivere. La sincerità e l’onestà, l’accoglienza e uno squisito senso d’amicizia, vissuti con semplicità, sono le caratteristiche più belle.
Mi sono trovato bene con le famiglie che vivevano il difficile impegno della fede, e anche con chi diceva di essere ateo e anticlericale.
Quegli uomini, abbronzati dal sole per l’amore ai campi, mi dicevano di "non avere molta simpatia per i preti", ma al capo del letto, conservavano appeso il Crocifisso che ogni sera baciavano, prima di andare a dormire...
Da tanti anni ormai, un’altra terra e un’altra nazione fanno parte della mia vita: il Congo e il suo popolo. Vivendo nella fede la mia esperienza missionaria, il popolo congolese è ora la mia vera famiglia. Amo questa gente come il Cristo la ama, e sono convinto che, in mezzo a quel popolo, il tragitto per entrare nella casa del Padre sarà più breve.
Ringrazio tutti gli amici romagnoli, assicurando una preghiera al Signore e a Maria Regina delle missioni.