La profonda spiritualità del Saverio
L'indigenza umana incita il Saverio, ma l'amore di Cristo lo incita ugualmente. Quale pericolo, per colui che non accorda questi due amori, di abbandonarsi a un'attività che misconosce in definitiva la sua origine propriamente divina! Francesco lottò contro la febbre del conquistatore, che tende a far perdere il senso del gratuito e il senso della redenzione attraverso la croce.
I suoi contemporanei l'hanno notato spesso: le sue notti di silenzio e di combattimento mistico sono forse più cariche di senso che la piena luce delle sue attività. L'apostolo è un uomo che agisce in Dio , questo è evidente agli occhi del Saverio; ma il suo messaggio è che solo Dio agisce nell'apostolo.
Allora sopraggiunge la libertà radicale che dà all'uomo, attento allo Spirito e al suo soffio, la capacità di inventare ciò che le circostanze richiedono da lui.
Così l'itinerario seguito non è tanto la conquista del mondo da parte dell'apostolo, ma la conquista dell'apostolo da parte di Dio. Dietro l'uomo d'azione, c'è colui che seppe subire l'attività divina. Francesco percorre i mondi, ma ogni giorno dentro di lui si approfondisce una solitudine, o piuttosto sgorga la confidenza assoluta.
Senza dubbio, “che serve all'uomo guadagnare il mondo intero se perde l'anima?”: ma seguendo il Cristo sino alla fine, egli viene a scoprire, in una gioia continua, la Trinità all'opera nella sua vita e nell'universo, che l'Amore trasfigura.
Il grano muore in terra, e la missione è pronta.