La Pentecoste a Castel Goffredo?
Castel Goffredo: una bella e industriosa cittadina del Mantovano. Già dall’anno scorso mi chiama al telefono il parroco don Giuseppe Bergamaschi: “Sono qui da poco e mi piacerebbe avere un aiuto per far fronte alla situazione, per me nuova, di questa grande parrocchia”. Fissiamo una data e percorro le vie, in mezzo a paesi e campagne, che mi portano da Brescia a Castel Goffredo, per un primo incontro.
Dopo aver parcheggiato nella bella piazza Mazzini, noto subito volti a me famigliari: sono bengalesi seduti sulle panchine a conversare. Li saluto in lingua bengalese: mi guardano stupiti; dico loro che ho lavorato come missionario in Bangladesh per oltre vent’anni. Ci scambiamo i numeri di cellulare.
Un incontro per conoscerci
Entro nella bella chiesa di Sant’Erasmo e trovo don Giuseppe, che mi accoglie con il sorriso e la cortesia che lo caratterizzano. È ora di cena e mi accompagna nella saletta già pronta. A tavola c’è anche il giovane curato don Jonathan.
Entriamo subito nel tema: “In una popolazione di 12.500 abitanti, qui vivono oltre 2.600 persone di 40 nazionalità diverse.
È un grande intreccio di culture, lingue, religioni: una situazione interessante, ma con la quale non è facile confrontarsi dal punto di vista umano e pastorale…”.
Don Giuseppe passa ai numeri, dentro ai quali ci sono storie di vita, tante opportunità e qualche difficoltà. I gruppi attualmente più numerosi provengono da Bangladesh (682), Cina (592), Marocco (273), Sri Lanka (253) e India (214) e così via, fino a raggiungere circa il 20 per cento della popolazione totale. Nella scuola elementare oltre il 50% degli alunni è di origine non italiana.
Altri due incontri
In un secondo incontro, al quale erano presenti una ventina di rappresentanti, ho compreso quanto i castellani, attraverso le varie associazioni ecclesiali e civili, si siano impegnati nelle attività di assistenza e accompagnamento, a cominciare dagli anni ’70, quando don Adriano Zanca si era preso cura dei profughi vietnamiti.
Finalmente, il 30 maggio scorso, è stata organizzata una serata interessante e partecipata, sul tema, “L’immigrazione: una comunità si interroga”. Ci siamo trovati in un bel cortile, alle 19.30, dove erano già pronti i tavoli, carichi di cibi e dolci locali e multi etnici, a disposizione di un pubblico variegato.
Don Giuseppe: ''un miracolo!''
Già questo “buffet” ha operato un mezzo miracolo di fraternità, che si è poi concretizzato nel salone gremito per partecipare alla “tavola rotonda” moderata dalla prof.ssa Casella Anna.
Il sindaco Alfredo Posenato, eletto a maggio 2013, ha presentato la situazione multiculturale della città, spiegando come l’amministrazione attuale cerca di farvi fronte.
Io ho parlato sul tema “la fatica e la gioia del dialogo”. Don Giuseppe ha fatto una valutazione delle varie iniziative ed esigenze pastorali e umane dell’intera popolazione di Castel Goffredo.
Il pubblico ha poi rivolto varie domande interessanti e pertinenti. In particolare hanno preso la parola anche due giovani immigrati, un uomo e una donna, che si sono espressi in perfetto italiano, esprimendo la loro piena disponibilità alla convivenza e all’integrazione, nel rispetto delle rispettive culture.
Don Giuseppe ha concluso la serata con l’entusiasmo di “un miracolo avvenuto” di partecipazione attiva e attenta, esprimendo la fiducia di poter continuare sulla linea di questa opportuna e riuscita iniziativa.