L’impegnativo convegno di MO
Un missionario americano, John Sivalon, e Salvatore Natoli, uno dei più noti filosofi italiani, erano due dei relatori che, tra gli altri, hanno animato l’interessante convegno annuale promosso da “Missione Oggi”, la rivista dei saveriani, tenuto a San Cristo (Brescia) il 10 maggio scorso.
I loro interventi hanno caratterizzato la mattinata, dopo l’introduzione di p. Mario Menin, direttore della rivista, e il caldo saluto del vescovo di Brescia, mons. Luciano Monari. Il titolo del convegno “Dire il vangelo oggi nel tempo dell’incertezza” ha preso spunto dalla recente pubblicazione della traduzione italiana del volume di Sivalon, Il dono dell’incertezza. Perché il postmoderno fa bene al vangelo (Emi, 2014), presentato in anteprima in occasione del convegno stesso.
Natoli: primavera in attesa?
Salvatore Natoli, già ordinario di filosofia teoretica nell’università di Milano-Bicocca, è un filosofo sensibile ai temi dell’etica e aperto al dialogo fra credenti e non credenti. Ha riflettuto sul tema “Dire il vangelo oggi con papa Francesco, una primavera in attesa?”.
Nel suo intervento ha affrontato il tema dell’annuncio del vangelo in una società secolarizzata come quella occidentale, in cui concetti e termini del cristianesimo sembrano aver perso il significato originario per assumerne altri, diversi o alternativi alla tradizionale dottrina cristiana. Che cosa significa per i fedeli, ad esempio, “risurrezione”?
È certo che, anche tra i credenti, circolano idee diverse… Ma come affronta tale situazione papa Francesco? Secondo Natoli, il cristianesimo che questi propone incrocia un reale bisogno dei fedeli; e questo spiega la carica persuasiva ed efficace del suo messaggio.
Sivalon: missione nell’era post moderna
Padre Sivalon, statunitense missionario di Maryknoll, con una lunga esperienza in Tanzania, nonché ex superiore generale del suo istituto, è oggi professore all’università di Scranton, in Pennsylvania.
Il suo intervento è stato complesso, profondo e innovativo: “Il dono dell’incertezza, la missione nella post-modernità”. Sivalon ha valorizzato l’epoca in cui viviamo, in quanto caratterizzata proprio dal dono dell’incertezza. Essa è un dono, ha sottolineato, perché ci costringe a una fiducia assoluta in Dio, ben maggiore di quella che proviene dal modo tradizionale di fare missione, espressione di un tempo, al contrario, caratterizzato da certezze oggi pressoché scomparse.
Impossibile non riflettere
Nel pomeriggio, i richiami della mattina sono stati sviluppati su piani diversi dalla biblista Marinella Perroni (“Dire il vangelo in Europa con parole di donna”), dal saveriano p. Tiziano Tosolini, missionario in Giappone (“Postmoderno, tra buddhismo giapponese e cristianesimo”), e dalla docente di scuola superiore Maria Luisa Damini (“Oggi a scuola con quale vangelo?”).
È toccato infine a don Paolo Boschini, parroco a Modena e docente di filosofia presso la facoltà teologica dell’Emilia-Romagna, tirare le somme dell’incontro: un’impresa non facile, considerata la ricchezza e la vastità dei temi affrontati dai relatori, da cui emerge il senso profondo del dono dell’incertezza, che apre al dubbio, inaugura spazi per la contemplazione e il discernimento, consente la nascita dell’immaginazione e della creatività, del cambiamento e della crescita.
Interessante e impegnativo il convegno 2014 di “Missione Oggi”, ricco di spunti e di occasioni di pensiero, che ha interrogato la coscienza dei partecipanti grazie all’intelligenza e alla profondità dei relatori: nessuno è uscito da San Cristo senza un argomento su cui riflettere!