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La Pace: L'Eterno ci conceda la pace

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Tra le tante parole pronunciate negli interventi durante la marcia della pace, abbiamo scelto quelle di Frida Di Segni Russi, esponente della comunità ebraica di Ancona, perché legata alla città e al suo arcivescovo mons. Edoardo Menichelli.

Quand'ero bambina i miei genitori e maestri mi insegnavano la differenza tra il bene e il male. Mi dicevano: «Bene e male sono in continuo conflitto tra loro; sta a noi decidere cosa scegliere, dove andare». Oggi l'educazione è delegata ad altri mezzi espressivi ed è sottoposta ad altri modelli di riferimento. Secondo me, il pericolo più certo è la progressiva perdita della facoltà più nobile dell'uomo: il libero arbitrio, che minimizza le responsabilità individuali.

La libertà religiosa

I nostri educatori ci insegnavano anche che il bene e il male hanno una scala, con vari gradi di importanza. Basta pensare ai dieci Comandamenti. Nella tradizione ebraica l'immagine del male è la morte; al contrario, i massimi beni sono la pace, la verità e la giustizia: i tre pilastri su cui si regge il mondo.

Mi pare evidente che non si possa avere la libertà religiosa se non c'è pace, verità e giustizia tra gli individui, tra i popoli e soprattutto in se stessi. Nello stesso tempo, non si arriva ad aver pace, verità e giustizia se non si ha libertà religiosa. I saggi ebraici ci dicevano che la società dovrebbe essere ordinata secondo le vie della pace.

Riposo e armonia

Il sabato - shabat - è l'elemento distintivo dell'ebraismo, nella dottrina e nella pratica. Esso significa riposo, in ricordo di ciò che dice la bibbia riguardo la creazione: "il settimo giorno Dio riposò". Ma non è solo questo. È armonia interiore, famigliare e cosmica.

Questo giorno fa pregustare il mondo che verrà, quando le forze del male non avranno più potere su di noi e quindi la pace e la tranquillità caratterizzeranno il mondo intero. Non a caso, l'augurio che noi ebrei ci scambiamo alla vigilia è "Shabat shalom" cioè, "Sabato di pace".

La triplice benedizione

La benedizione sacerdotale è la triplice benedizione che gli eredi di Aronne pronunciano e che i genitori impartiscono ai propri figli. Aronne è stato il primo grande sacerdote, proprio perché amante della pace. Tale benedizione è atto liturgico, ma è anche un motivo di grande importanza per l'ebraismo.

In alcuni momenti e giorni particolari, raggiunge il suo punto più alto e significativo: ad esempio, nel giorno del matrimonio e alla fine del Kippur, la ricorrenza religiosa ebraica che celebra il giorno dell'espiazione. "Ti benedica l'Eterno e ti custodisca. Faccia risplendere la sua luce su di te e ti conceda grazia. L'Eterno volga verso di te il suo sguardo e ti conceda pace" (Numeri 6,24-26). Questa benedizione scenda veramente su noi tutti.

Guardiamoci negli occhi

Il nome "Frida" in ebraico vuol dire "Pace". Nella comunità ebraica, il nome dato agli esseri umani è molto significativo: è come un augurio, un qualcosa che racchiude l'essenza di una persona.

In quanto ebrei perseguitati, io e la mia famiglia negli anni 1943-44 fuggimmo dalla nostra casa romana e ci rifugiammo in un paesino delle Marche, Serripola di San Severino. Là, sotto falso nome, giocavo con un piccolo gruppo di bambini, tutti poco più piccoli di me.

Dopo 60 anni, in occasione di un matrimonio con un anconetano, ho ritrovato nella mia città di adozione uno di quei compagni di giochi infantili e di passeggiate campagnole: l'arcivescovo di Ancona, mons. Edoardo Menichelli. È tornata tra noi l'atmosfera incantata di quel periodo in cui, malgrado i pericoli e l'incertezza dell'avvenire, eravamo capaci di essere genuini e spensierati.

Quest'amicizia fraterna ritrovata, che può sembrare una fiaba moderna, ma che noi consideriamo un dono del cielo oltre che un segno potente di pace, mi permette di fare un'ulteriore considerazione: sarebbe bene e auspicabile che tutti noi, appartenenti alle "religioni del Libro", potessimo ripensare più spesso alla nostra infanzia e tornare alla sincerità, all'ingenuità e all'autenticità della prima età.

Se veramente crediamo e cerchiamo la pace, guardiamoci negli occhi, con gli occhi dei bambini che eravamo.



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